domenica 29 febbraio 2004

29 febbraio

Un intervento fatto oggi varrà per i prossimi 3 anni. Quindi scriverò senza dire assolutamente niente come fanno i grandi editorialisti, ma occuperò questo spazio per non sprecarlo e soprattutto per non cederlo ad altri (anche se qui non dovrei cederlo a nessuno).
Quindi millanterò le mie conoscenze sulle arcane tradizioni esorcizzando demoni con formule magiche studiate per l'occasione di questo misterioso giorno nato dagli errori di un calendario che si credeva perfetto e battezzato da Dio.
Inoltre sottolineerò i fatti perlomeno sconvolgenti accaduti in questa data malefica e compatirò velatamente questi poveri imbecilli nati in un giorno maledetto dagli dei.
Poi proseguirò con una carrellata di fattacci scabrosi e con le maldicenze popolari più nazionalpopolari e leggendarie di questo mancato inizio marzolino.

Ma non lo farò per un minimo di decenza.

sabato 28 febbraio 2004

Simbologia

- Senza parole -

Dobbiamo per forza impazzire anche noi?

Programma per la giornata: degustazione di prodotti ittici della costa adriatica e gara di velocità su rottame.
Sulle piste da sci valdostane non sanno più che cosa inventarsi per attirare turisti, e ricorrono agli espedienti più "alternativi".
Pazzesco.
Pare logico chidersi se il turista viene in questa bella valle per vedere le tradizioni locali e gustare i prodotti della terra e della montagna o per assaggiare il pesce di Rimini? E inoltre ancora è normale domandarsi che attrattività può avere una gara su pista da sci per rottami? Evidentemente dopo lunghi calcoli e congetture si è arrivati alla conclusione che nella diversificazione dell'offerta turistica serve anche questo.
Per altri, quelli forse che fanno meno congetture e puntano di più alla pratica, invece, servirebbero palazzetti dello sport, piscine, discoteche e strutture per i giovani, clientela che è subito stanca di un ingrediente e tende a cambiare in fretta, senza remore psicologiche. E certamente nei prossimi anni, se non ha trovato un'accoglienza su misura, sceglierà la concorrenza di stazioni sciistiche più moderne o cambierà addirittura settore per puntare su una vacanza marina anche in inverno.
La clientela tradizionale ama le peculiarità del territorio, della gastonomia, del folklore. Ma sinceramente del pesce e dei rottami non gliene può fregare di meno. La clientela nuova (spesso giovane) ama le stesse cose degli abitués, ma non vuole rinunciare agli svaghi e al divertimento di tutti i giorni.
Diamoglielo, caspita... Non pare una cosa impossibile o fuori dal mondo...

Povero Silvio

Povero Silvio!!! Anche lui soffre, non è capito dagli italiani. È sceso in campo e noi ingrati non riusciamo a capirlo. Lui è un uomo buono. Così Antonio Cornacchione scrive un libro per farlo entrare in testa anche a noi comuni mortali che ci ostiniamo a sostenere il contrario. Silvio fa le corna ai suoi amici Premier, ma perché è un burlone. Silvio si fa il lifting, ma perché è proprio come noi.
Dopo l'esperienza a Zelig e una collaborazione con Aldo Giovanni e Giacomo, Antonio Cornacchione è approdato come "amico di Silvio" quest'anno alla nuova trasmissione su "tempo e tempi" di Fabio Fazio Che tempo che fa.
Nato come contraltare a quel comunista d'un Fazio, il personaggio si è via via affermato come spalla di Silvio e amico/nemico di Bondi, il portavoce di Forza Italia, ripercorrendo settimanalmente le gesta del Presidente in convention, cene di partito, lettere agli italiani, impegni istituzionali e vita privata.
Ora tutto il materiale scritto con gli autori del programma (in particolare Marco Posani) è raccolto in un libro, che viene riassunto ottimamente già dal titolo. «Povero Silvio».

Poveri noi...

venerdì 27 febbraio 2004

Quando il cantante Giovanni vincerà a Sanremo

«Al festival di Sanremo avrà il primato della brevità, con un pezzo swing di appena due minuti, Bignami d'una indubbia padronanza musicale.»
E Neffa ribadisce. «Vado lì a comunicare che la mia musica è divertente, ma è anche un'arte: troppo spesso la vedo trattata come un gadget per le patatine».
Passato dalla batteria al rap allo swing, senza mai dimenticare le sue vere origini e quindi arrivando ad una musica che è la somma, se non il prodotto, di tutto questo, Neffa è stato scelto per il Festival decadente della canzone italiana. Fin qui tutto bene.
«Una dedizione alla musica totale che si è concretizzata nella hit "La mia signorina
Che crudeltà, che tristezza, che ingiustizia essere etichettato per sempre come quello "della signorina".
Uno dei misteri dello scio-bisnes: la carriera di un cantante deve essere sminuita e l'artista ricordato per una sola canzone. Diciamo pure, iperbolicamente, che un artista si rovina con le proprie stesse mani quando lancia una canzone che diventa un tormentone. Per sua sventura ha scritto una hit che lo ha lanciato al grande pubblico e non è tutto: lo ha reso possibile perla in una rassegna canora di semisconosciuti o quasi. Un salvagente per un festival nato male checché ne dica l'organizzazione. E per questo gli è stato affidato il non facile compito di cantare, nel galà prefestivaliero, Nel blu dipinto di blu. Una di quei compiti che, se non sono un Artista con la A maiuscola preferisco sbolognare ad altri.
In bocca al lupo Giovanni. Un nuovo successo renderebbe giustizia ad un lungo percorso musicale, banalmente ricordato soltanto per un'estate magica.

giovedì 26 febbraio 2004

Ormai se non hai un blog, non sei nessuno

Quindi, andando controcorrente, chiudiamo il blog.
Anzi no...
Adesso è di moda chiudere un blog. Se non chiudi un blog non sei nessuno.
Quindi andiamo controcorrente, teniamo aperto il blog.
Anche perché abbiamo aperto l'altro ieri...
Plurale majestatis, di voi altri me ne frego.

Retorica e scontatezza

Porcaccia la miseria che tristezza che mette leggere gli altrui blog... Ho fatto un salto, e a posteriori me ne sono pentito, in alcuni altri "diari" online. Beh, è un florilegio di banalità condito di paroloni inglesi che fanno da contorno insipido.
Il segno nella rete. Prova Prova Prova. Posso sfogarmi perché ne ho bisogno e non so come farlo in altro modo. Ci sono anch'io. Non ho tempo da perdere per starci dietro (ma se pensi che sia tempo perso, cosa lo apri a fare, miseriaccia??)
E le poesie. E le foto. E il 4 novembre 2002 dico "finalmente ho un blog", ma finora non ci ho mai scritto e quel finalmente perde significato. E l'emozione del primo blog. E non ci sarà nessun filo logico, lo dico subito. E vi spiego i motivi per cui scrivo: bene, interessante, bravo, ma poi non hai mai scritto nulla. E com'è bello sapere che in tanti in questo momento mi stanno leggendo...
Insomma, ne esce un quadro perlomeno sconcertante di incostanza, incoerenza e manifesta deficienza degli utenti del net. Ed è anche la prova stupefacente di come il web sia preso sottogamba e molte delle sue risorse buttate nel cesso, con tanto di sciacquone scrosciante.
Spero vivamente di essere stato sfortunatissimo, spero esistano blog molto attivi di cervelli fiorenti con idee interessanti e più voglia di fare. Demose da fà, l'ha detto anche una persona importante che tanti disprezzano...

«Non lo faccio nemmeno se lo dice il Papa Carol»

Un Papa lavoratore.
Forse non lo sento distaccato come molti vecchi pretacci che storcono il naso ad ogni novità. Sta di fatto che provo ammirazione per un uomo semplice che ricopre un incarico più grande di lui.
Questo intervento nasce dal fatto che il Papa, in udienza, ha parlato burlescamente in romanesco, lasciando di stucco cardinali saccenti e romani sfottenti...
Il titolo è una frase che dice sempre scherzosamente un mio amicone...
«Demose da fà», «Volemose bene». Due frasi semplici, ma che pronunciati da un polacco più-che-poliglotta hanno suscitato l'ilarità generale di un'austera aula vaticana piena per l'udienza dei parroci romani.

mercoledì 25 febbraio 2004

Una bandana, un gesto

Stile e classe non sono doti di tutti...
In questi giorni di lutto nel ciclismo per la scomparsa prematura del grande campione le reazioni si sono susseguite incalzanti e sono state tutte differenti. Una in particolare ha colpito tutti: la bandana di Bartoli. Un piccolo ma concreto gesto per manifestare agli altri un sentimento di vuoto interiore, sincero.
«Viareggio. Nel gruppo che parte per la prima tappa del Giro della Provincia di Lucca non c'è la voglia di scherzare dei giorni migliori.» Come ormai da molti giorni, dopo la scomparsa di Pantani, le parole si sprecano a tonnellate. La notizia ha sicuramente scioccato tutti, ma l'atteggiamento non sembra cambiato di molto: smaltita la sentita e iniziale tristezza, bisogna cercare di tornare alla normalità.
Ma questa mattina, in gruppo, Michele Bartoli evidentemente non la pensa così. Indossa una bandana gialla, il simbolo del campione di Cesenatico, e attira le attenzioni dei media su di sè. Certamente l'intento del pisano non era questo. Michele, come la maggioranza del gruppo, amava il Pirata e lo difendeva, e le sue dichiarazioni dopo la scomparsa di Marco erano state tra le più toccanti.
Un semplice gesto: indossare la bandana ha dimostrato una volta di più la classe di alcuni e la mancanza di tatto di altri (tra cui la stampa)...

martedì 24 febbraio 2004

Il muro di John Lennon

Come un muro possa essere affascinante è alquanto inspiegabile. Uno squallido muro, come tanti, che i giovani praghesi hanno trasformato in un tempio dell'occidentalità all'aria aperta. Può essere definito a ragione il più famoso murales del mondo, anche se nella realtà non esiste.
Infatti la sua fama lo porta ad una sorta di autodistruzione. Rovinato e firmato a più mani, deve essere ciclicamente ridisegnato, e ogni volta gli "artisti" di strada lo fanno in modo differente.
Situato a Malá Strana (Quartiere Piccolo) di fronte all'ambasciata francese e a due passi dalla Moldava, è apparso in una notte del 1980 dopo l'assassinio di Lennon a New York City.
La scritta che appariva originariamente sotto il faccione di John ("Voi avete Lenin,lasciateci il nostro Lennon") ha alimentato la leggenda metropolitana secondo cui il dipinto fosse opera dei giovani hippies, guardati con sospetto dalla polizia socialista.
In realtà l'opera dovrebe essere di un giovane messicano, ma il mistero che accompagna queste opere clandestine è sempre fitto e intrigante.
Purtroppo il muro, per la sua "sacralità", è divenuto il banco di prova per giovani writers provenienti da tutto il mondo e attratti dal fascino di questo angolo, di una città già molto affascinante senza la necessità di nuove attrattive moderne. Ne esce un delirio di scritte e graffiti che rovinano l'originale, ma che fanno sì che l'opera sia in continua evoluzione, grazie all'apporto ogni volta di persone diverse, provenienti da chissà quale angolo del pianeta.
Ogni anno, l'8 dicembre, nell'anniversario della morte dell'ex Beatles, fans di ogni età e di ogni provenienza si ritrovano davanti a questo "santuario" per commemorare il loro idolo a lume di innumerevoli candeline.

La mia città

La mia piccola e vecchia città...
Piccola città eterna, direbbe il vecchio Luciano da Correggio.
Piccola città di merda invece è quello che si sente dire da stuoli di ragazzini spocchiosi che il sabato sera escono di casa credendosi padroni del mondo ma padroni, per citare ancora Ligabue, di un posto che tanto di giorno non c'è.
Forse ho già superato l'età in cui ci si lamenta di tutto credendo più verde l'erba del vicino, o forse mi sono sempre saputo accontentare al meglio di ciò che mi propinava la Vallée. Sta di fatto che non mi sarei schiodato da qui nemmeno a cannonate, e sentire certi commenti mi ha sempre lasciato perplesso.
Certo, una cittadina come Aosta, con 30.000 abitanti 30.000, non fornisce le alternative di svago che offrono città più grandi e meno provinciali (soprattutto come mentalità), ma è da veri idioti lamentarsi invece di godersi quel poco che c'è.
Le alternative sono poche: pochi locali, pochi luoghi di ritrovo per giovani, e dopo un po' la stessa minestra stanca. Ma anche se venisse proposta la più grande iniziativa del mondo, la riposta sarebbe piatta o quasi nulla, data l'abitudine ad accantonare tutto perché è il solito brodo riscaldato.
Sabato sera, ho assisitito al Centro Anita, con i miei fidi amici che apprezzano il rock, ad un concerto dei milanesi Strivol, giovane band ska (che non è assolutamente il mio genere e che anzi poco tollero): il pubblico era formato da pochi elementi (si contavano 50 persone, forse vedendoci doppio...), pochi si muovevano seguendo i suoni che i 6 o 7 elementi diffondevano. La neve, caduta abbondante in pomeriggio, e soprattutto la routine (all'Anita c'erano state le selezioni regionali per Arezzo Wave con 4 sabati di pienone) avevano tenuto tutti lontani dal concerto se non addirittura a casa.
Quindi si penserebbe subito ad un fiasco: invece no. La band, che interagiva molto con il pubblico (e con un elemento fra tutti, una persona "particolare" e quasi folkloristica) si è divertita a suonare per un pubblico vivo e che reagiva ai loro stimoli.
Si sono stupiti di questo fatto, che dicono peculiare delle piccole città («a Milano non avrebbe ballato né tantomeno applaudito nessuno»).
Possibile? Passare più tempo a lamentarsi ed ad invidiare le altre realtà piuttosto che costruire effettivamente qualcosa? Era sufficiente la presenza. Ma da queste parti si è già talmente prevenuti per l'insuccesso di una serata che non ci si sforza nemmeno di uscire di casa.
Questa è la mia città. Scusate se la amo, scusate se spesso non capisco chi la abita.

Perché?

Perché ci sono cascato anche io se nemmeno so cos'è un blog??? Il fascino misterioso del web...
«Chi disprezza compra», dicono molti.
«Per fortuna non ho sborsato manco un centesimo», dico io.
Bah, che dire oltre alle solite banalità... Potrei dire che sono interessato a capire il linguaggio HTML e questo può essere un buon banco di prova. Posso dire che mi piace scrivere e raccontare, ma non so a chi farlo e quindi mi illudo che qualcuno possa leggermi. Posso dire che ho tempo da perdere, ma non è vero perché riesco sempre a malapena ad arrivare al termine della giornata finendo ciò che mi tocca.
Vedrò se sarà un'esperienza importante per me e la potrò condividere con qualcun altro su questo pianeta che si è bevuto il cervello...Saluti cretini!!