martedì 24 agosto 2004

Velvet Revolver - Contraband - 2004

Ultimamente compro solo dischi di band che mi fanno schifo. Voi esordirete con un bel eccccchissssenefrega...
In effetti...
Ovviamente fanno ribrezzo alla vista, non all’orecchio: 20 Euro son sempre 20 Euro...
Si è dimostrato così, dopo Jet, Darkness e Strokes, anche per i Velvet Revolver: una band odiosa alla vista, odiosa come carattere, dal parto musicale eterno, dall’attesa spasmodica per la pubblicazione e, tra l’altro, composti per 3/5 da ex-Guns che non ho mai sopportato troppo: tutti gli ingredienti giusti nella dose giusta per non comprare un album.
E invece l’idea serafica che ne davano molte recensioni, di un rock sincero e puro, mi ha convinto nell’insano gesto.
Beh, che dire... Un disco spettacolare, come ne ho sentiti pochi in questi tempi di magra musicale.
Slither, "Scivolone", il primo singolo, che non avevo mai sentito prima, visto che non ascolto mai la radio e EmmTiVì è l’unica rete musicale che potrei vedere (e, evidentemente, me ne astengo), è stranamente alla posizione 11. Ma il mio dito non ha premuto sul tasto Forward, E questo dettaglio indica già la qualità delle canzoni che la precedono.
Le canzoni, mai violente nonostante la foga di questi arzilli vecchietti (se ne leggono davvero di tutti i colori: un Vasco o uno Zucchero può pubblicare la più grande cagata musicale che è una pietra miliare della musica, se invece dei musicisti escono dal seminato per tornare alle origini è perché sono bolliti), sono le classiche chitarra-chitarra-basso-batteria e, nonostante la classicità dell’intero lavoro, non scadono mai nel déjà-vu o nello scontato. Una bella sorpresa.
Da segnalare, oltre al singolo già citato (che, tra l’altro, ha un video rivoltante – sia per la loro presenza, sia per la scontatezza - che ho scaricato da internet dopo l’acquisto), l’ingresso e il proseguimento di Sucker train blues, la voce suadente di Scott Weiland in Do it for the kids, Big machine, l’unica dall’idea di già sentito Illegal i song, Superhuman e le ballatone Fall to pieces e You got no right. Non pensiate che le altre siano riempitivi...

Tracklist:
01. Sucker train blues
02. Do it for the kids
03. Big machine
04. Illegal i song
05. Spectacle
06. Fall to pieces
07. Headspace
08. Superhuman
09. Set me free
10. You got no right
11. Slither
12. Dirty little thing
13. Loving the alien

mercoledì 18 agosto 2004

Pensiero comune

«Se rinasco mosca mi suicido contro una lampada ad incandescenza»
Non devo essere il primo a pensarlo, visti i molteplici corpicini semicarbonizzati che ho trovato sotto la lampada che ho pulito ieri...

domenica 15 agosto 2004

Rassegna capi osceni di Charlas

Carlo, nel suo blog (chiuso da mesi, nda 07-03-2005), ha dedicato parecchio spazio alla "sagra del disgusto" di t-shit (pardon... t-shirt...) con scritte evidenti e provocanti che spesso non possono che definirsi stupide.
Ieri, nel mio lungo restare seduto lungo la via principale di Aosta per la Foire d'été, ne ho viste di tutti i colori. Una in particolare mi ha scioccato (e non era una t-shock su abbondanti balconi...).
Una paio di pantaloni con, sul posteriore di una vecchiaccia, un'abbondante scritta "GET INSIDE".

sabato 7 agosto 2004

Pearl Jam + Stordimento da compleanno

La mia latitanza dal blog termina qui.
Cerco di recensire un album live dei Pearl Jam, ma la prendo larga. Molto molto larga.
Ieri, mio compleanno (piccolo appunto: Supereva mi ha fatto gli auguri, Excite no...), ho ricevuto in dono da una mia amicicia (come direbbe Olmo) una maglietta Levi's con una scritta rossa Levi's davanti. Sta di fatto che, dopo aver tirato tardi per locali, stamattina l'ho provata e mi stava a pré-maman.
Così, questo pomeriggio, dopo una polentina veloce veloce tra amici a pranzo (coi 30° Celsius che c'erano all'ombra era l'ideale), vado da Levi's tra i turisti svizzeri e francesi per cambiare (entro 2 giorni! ma siamo impazziti?) la suddetta maglia - pré-maman.
Mi serve una simpatica commessa caruccia, col tipico accento bolzanino tanto caro al Senatur. Ok, via la maglia Levi's pré-maman con scritta Levi's rossa davanti, ripiego su una maglia molto western con un teschio di toro dalle corna a serpente (che però a casa scoprirò essere surfistica anziché western..... mistero della fede). 8 simpatici Euro di differenza, alla faccia del regalo, ma si sa che io ripiego puntualmente sulle cose più care di tutto il negozio, sarà magnetismo.
Così, non contento dell' "acquisto", proseguo il mio cammino fino al mio negozio di dischi di fiducia in cui compro l'ultimo dei Pearl, un doppio live acustico benefico (di cui non conoscevo il titolo, ma con tutte queste caratteristiche distintive era difficile sbagliare).
Che dire, un piccolo capolavoro. Il piccolo soltanto perché non c'è materiale originale, tranne una cover di I believe in miracles dei Ramones e un altro paio di cover, tra cui una di Cash.
E qui subentra l'effetto polenta e ore piccole: non conoscendo tutti i titoli dei Pearl, mi piazzo con la custodia del disco sotto gli occhi e, magicamente, leggo i titoli del disco che non sto ascoltando. Strano, questa ricordavo si intitolasse "Can't keep" e invece qui è "Thin air"... Ma questa non è "Daughter"?
Digerita la polenta, ho capito tutto.

Tracklist:
CD1 (o 2, non è specificato)
01. Of the girl
02. Low light
03. Thumbing my way
04. Thin air
05. Fatal
06. Nothind as it seems
07. Man of the hour
08. Immortality
09. Off he goes
10. Around the bend
11. I believe in miracles
12. Sleight of hand
13. All or none
14. Lukin

CD2 (o 1, vedi sopra)
01. Parting ways
02. Down
03. Encore break
04. Can't keep
05. Dead man
06. Masters of war
07. Black
08. Crazy Mary
09. 25 minutes to go
10. Daughter
11. Encore break
12. Yellow ledbetter