domenica 27 agosto 2006

Com'è dura essere cattolico al giorno d'oggi...

Percorrono brividi lungo la schiena quando si viene a sapere che una folla cattolicissima e adorante ha applaudito a piene mani l'intervento di pura idiozia dell'ex premier Silvio. Un'ovazione quando Silviuccio ha dichiarato di volere un'"Italia cattolica" e non un'"Italia multietnica", il sogno della Sinistra. Alla faccia di Comunione e Liberazione, della carità cristiana, dell'uguaglianza, dell'antirazzismo.

Ma tanto se avesse ruttato, avrebbero applaudito lo stesso...

mercoledì 23 agosto 2006

Tutto si riduce allo scontro personale

Ennio Subet, sindaco di Charvensod. Alberto Cerise, assessore regionale ai lavori pubblici. Guido Grimod, sindaco di Aosta.
Sono soltanto tre delle persone che negli ultimi tempi stanno confondendo il "buon senso" con l'"attacco personale", il "parere personale" con l'"opposizione politica". Finiti i tempi in cui l'opinione di un partito "nazionale", fosse la DC, il PCI o i liberali, veniva tacciata come "anti-valdostana" ancora prima di essere sentita, oggi il nuovo spettro è il complotto.

1. Primo caso, in ordine di tempo, quello del Palais Aosta (nella foto in alto). La costruzione di un palazzetto dello sport in Comune di Aosta, deciso dalla Regione piuttosto repentinamente, ha fatto sobbalzare il capogruppo DS in consiglio comunale, Alder Tonino, che finalmente si è accorto che per le opere in Comune di Aosta dovrebbe decidere, concertando gli interventi con altri soggetti, il Comune stesso, e non la Regione. Cerise subito l'ha buttata sullo scontro personale e politico, mentre quella di Tonino era un'opinione piuttosto condivisa, supportata anche dalla stampa locale e dall'intervento di Vittorio Sgarbi.
Come stanno le cose: Aosta ha bisogno di un palazzetto dello sport. Ad Aosta esiste un'enorme area industriale dismessa, da riqualificare e da ri-accordare con il centro della cittadina, perché oggi isolato per lo scarso interesse e per la presenza fisica della ferrovia che lo separa dal centro. In quest'area sono stati costruiti in fretta e furia dei capannoni industriali, ora vuoti, soltanto per sfruttare il treno di un contributo europeo che sarebbe sfumato in breve tempo. È quindi più che logico localizzare un "palazzetto dello sport/auditorium/spazio polivalente" in questa zona. Meno logico è che la decisione sia presa dalla Regione e che, ancora una volta, i piani regolatori locali, già disattesi migliaia di volte, debbano essere modificati "d'imperio" da un intervento non concertato. Ancora meno logico è che, dopo aver atteso per almeno 30 anni la costruzione del suddetto palazzetto, oggi si abbia una fretta clamorosa nel dovrerlo costruire, creando una tensostruttura leggera, poco impattante, ma arcitettonicamente poco interessante e piuttosto scialba.
Quello che dovrebbe essere un importante scontro dialettico per il futuro della città, è ridotto ad uno scontro politico per equilibri interni a maggioranza regionali e comunali sempre più deboli.

2. Secondo in ordine di tempo, lo scontro tra un anonimo autore di una "lettera firmata" sulla sezione locale del quotidiano La Stampa e il sindaco del capoluogo, Guido Grimod. L'anonimo tracciava un quadro piuttosto tragico e pessimistico della città, ma centrava alcuni dei problemi più grossi che la città attraversa e alcuni limiti che l'amministrazione attuale ha. In un'invettiva del sindaco, qualche giorno dopo, in risposta all'anonimo, ha trovato applicazione il principio "Se non puoi convincere, confondi". Grimod si è prima scagliato veentemente contro gli autori di lettere anonime. Poi si è scagliato contro l'opinione del libero cittadino, "degne dell'opposizione in consiglio comunale". Ormai l'opinione personale non conta più, è possibile svicolarne accusando l'interlocutore di essere in malafede. Poi, il primo cittadino ha magnificato in 15 righe l'operato dell'amministrazione, snocciolando i traguardi raggiunti, invece di confrontarsi sui "nei" evidenziati dall'anonimo mittente. Proprio un bel modo di fare...

3. Terza in ordine di tempo, la polemica Subet-"spettro dell'opposizione dilagante". Il Comune di Charvensod riceve la "bandiera nera di Legambiente" a causa del protrarsi di una delibera aberrante riguardante la costruzione di una strada "trattorabile" nel vallone di Comboé, finora non raggiunto da strade. L'opposizione consigliare, le associazioni ambientaliste, gli abitanti stessi della zona e i villeggianti richiedono da tempo la costruzione alternativa di una monorotaia, come già avvenuto in altri valloni vergini valdostani. La bandiera nera di Legambiente viene liquidata non come la giusta presa di posizione di un'associazione che persegue l'interesse di difendere la natura e chi la abita, in questo caso attraverso uno strumento democratico e non attraverso altre patetiche forme di lotta, ma come la presa di posizione politica dell'opposizione consigliare in Comune, formata da partiti vicini a Legambiente. E vicini, tra l'altro, al sindaco di Etroubles, paese valdostano unico titolare quest'anno della "bandiera verde di Legambiente".
Insomma, all'asilo una buona maestra liquiderebbe la questione come invidia giovanile per il vicino di banco.

Tutto, però, in Valle d'Aosta si riduce a scontro politico. La mia opinione personale è che negli ultimi anni gli amministratori locali si siano disabituati a ricevere critiche. La creazione, più o meno indolore, di partiti all'opposizione del blocco dell'Union Valdôtaine, sta sparigliando le carte, e le reazioni degli amministratori sono ovviamente scomposte e poco eleganti.

domenica 20 agosto 2006

Un anno fa...

... entrava nel vivo lo Spettacolo a Pila...

venerdì 11 agosto 2006

I nuovi ricchi - Adesso si protesta festeggiando

Ultimo trovata di Flavio Briatore, la "Festa per protesta". Si è tenuta nel suo localino di provincia, il Billionaire, una festa a cui è accorsa tutta la mondanità "tette - culi - cervelli" della tv italiana. Principi, duchesse, Venture, Marini, Fabiani. Certo che ci vuole pelo sullo stomaco per invitare gente così. Tutti a protestare contro Renato Soru, reo di aver istituito una tassa regionale sul lusso (il cui copyright spetta, evidentemente, al Monopoli) per limitare il turismo sfrenato e la cementificazione di uno dei mari più belli d'Italia.
Mi chiedo però: come avranno protestato? Avranno buttato per terra il Dom Pérignon offertogli dal padrone di casa? Avranno sacrificato un'aragosta al dio dei vips? Si saranno sottoposti alle terribili domande del Signorini di turno? O semplicemente avranno continuato imperterriti nel loro festeggiare, solo un po' più imbronciati?
Lo proporrò ad un mio amico sindacalista, la prossima volta che lo incontrerò: invece di uno sciopero generale, una bella festa in piazza!

mercoledì 9 agosto 2006

-10 giorni ai Mondiali MTB in Nuova Zelanda

Arriverà qualche immagine anche da noi? Alla RAI temo non freghi nulla. Eppure il downhill fa ogni anno gli spettatori di una partita di calcio... Nella foto, Fort William, Scozia 2004: 18.000 spettatori paganti (20£, mica bruscolini...)

martedì 8 agosto 2006

L'arte della cover - Menabrea Jammin' Festival - La Salle - 07/08/2006

L'arte della cover è una delle più difficili del mondo. Rifare una canzone di successo alla propria maniera, più o meno scancagnata non è mai facile. Eppure provano a farlo tutti, anche con repertori propri alle spalle degni di nota.

Piccola guida alla cover


Per fare una cover di un pezzo famoso, le alternative sono tre:
Caso 1) fare lo stesso pezzo, ma in maniera completamente diversa;
Caso 2) fare lo stesso pezzo alla stessa maniera, ma meglio;
Caso 3) fare lo stesso pezzo in maniera oscena.

Il maggiore livello di difficoltà se lo spartiscono "caso 1" e caso 2".
Nel primo caso, non sempre è facile accontentare il pubblico. Occorre avere esperienza e una buona fama alle spalle, ma non serve avvicinarsi alla bravura dell'originale. Anche le TATU possono rifare gli Smiths (How soon is now)... Nel secondo, occorre essere dei musicisti con i cosiddetti "controcoglioni". Conoscere bene non la sola canzone, ma l'intero repertorio del gruppo in questione. Essere dei "guru", in materia, saper suonare i proprio strumenti, rendere live quasi come rende in studio il pezzo originale. L'esempio che mi viene in mente, sempre per rimanere in tema "Smiths", sono i Muse che rifanno "Please, please, please, let me get what I want".

Ieri sera, al "Menabrea Jammin' Festival" di La Salle ho, per mia fortuna, potuto assistere ad un "caso 2". E, per tradizione, ad una marea di "casi 3".

"Berlino Est", Jesus of suburbia dei Green Day. Rifatta alla perfezione. I tre Green Day non sono dei grandi musicisti, ma live rendono da dio. I cinque berlinesi non sono dei grandi musicisti, tranne un paio di casi, ma live rendono da dio. Uccidendo due componenti berlinesi, sarebbero sembrati anche numericamente i veri Green Day. Nove minuti di cover in cui non si è sentita la noia... Alla prima uscita pubblica in assoluto, i berlinesi sono sembrati di gran lunga il gruppo più coinvolgente e più scafato, alla faccia dei "soliti" Re di Maggio, dal repertorio stiloso ma fermo da almeno due anni, dei padroni di casa Heavy Bags, che hanno suonato a tarda ora fuori concorso mentre il pubblico scemava, esclusivamente cover del "caso 3", dei Conati di vomito, dai quali mi astengo da ogni giudizio per averli ascoltati distrattamente (per quello che ho sentito, possono ritenersi fortunati dall'assenza di un mio giudizio...).
Una nota sull'organizzazione, impeccabile e splendidamente riuscita, ha portato un centinaio di persone nella storica Maison Gerbollier: un ottimo modo di avvicinare giovani e tradizione, rock e montagna.
Un'altra sulla giuria, che dava voti piuttosto distrattamente, e soprattutto sul momento. Una votazione che si rispetti, avviene al termine dell'esibizione con tutti i giurati che si annotano, in "segreto", il proprio voto, senza farsi influenzare dal giudizio altrui, soprattutto se la "giuria" è formata da un gruppo di amici e non da persone provenienti da realtà differenti, come sarebbe auspicabile.
Altra nota negativa, la collocazione nel calendario: una serata di rock il lunedì sera, poco spinta dai giornali e con un battage pubblicitario degno di una cena tra amici.
Una manifestazione simile, in un contesto simile, meriterebbe un venerdì o sabato sera e un maggiore contatto con la stampa per diffondere il verbo.

Ma le stelle cadenti tagliavano il cielo anche ieri sera, numerose...

domenica 6 agosto 2006

Benedetto l'aveva detto

Papa Benedetto XVI, nella sua recente visita al Colle del Gran San Bernardo, in Valle d'Aosta, aveva parlato ai cronisti dopo aver visto i famosi cani allevati dai monaci del Colle.
«Grandi cani, belli cani, buoni cani».
Beh, ci aveva visto lungo.

martedì 1 agosto 2006

Buon cristiano o buon cattolico?

Fermato e arrestato a Los Angeles l'attore e regista Mel Gibson. Oltre ad avere un tasso alcolico nel sangue tale da trovargli tracce di sangue nel vino, l'australiano che si proclama da anni ultra-cattolico ha esternato la sua rabbia per il fatto urlando frasi antisemite. Ulteriore dimostrazione che è meglio essere un buon "cristiano" che un buon cattolico.