martedì 30 dicembre 2008

Antropizzatevi!

Gli ambientalisti, e molti altri, sostengono che occorrerebbe portare da mangiare a stambecchi e camosci nel Parco Nazionale del Gran Paradiso dopo le nevicate eccezionali. Insalatina di lattuga all'aceto balsamico e fonduta di Fontina, forse. Magari il tutto innaffiato da abbondante vino rosso locale.

Il prossimo passo sarà quello di salvare le gazzelle dai malefici leoni, difendendole giorno e notte in recinti di protezione e contemporaneamente portando ai felini abbondanti razioni di Simmenthal, per evitare che tirino le cuoia.

Poi ci si accorgerà che la Simmenthal è fatta con carne bovina, e quindi si passerà alle bistecche di soia. Per la gioia di gazzelle e leoni.

Qualcuno sostiene che servirebbe portare qualche balla di fieno in quota perché "gli animali del Parco non riescono più ad adattarsi alle nevicate abbondanti a causa dell'antropizzazione della montagna". Ecco, per una settimana manderei quei simpaticoni che danno aria alla bocca a 2500-2700 metri di quota, in un bosco rado o in un pascolo in quota, lontano da tutto e da tutti, per vivere una vacanza all'insegna dell'antropizzazione e della multiculturalità.

Tutto questo discorso come se negli anni passati non fosse mai nevicato. Meno male che stambecchi e camosci non ci capiscono, altrimenti scenderebbero a valle per imbandire le nostre tavole delle feste con simpatiche petolle antropizzate.

Nell'immagine, corna di stambecco di soia nel Castello Reale di Sarre, Aosta

mercoledì 24 dicembre 2008

Traveggole


Sbaglio, o quello vicino a Borghezio è Magdi Allam?

Buon Natale a tutti...

martedì 23 dicembre 2008

sabato 20 dicembre 2008

Aria di crisi...

... e improvvisamente è scoppiata la pace nel mondo. Israeliani e palestinesi non si sparano più, in Iraq tutti sono amici, o al massimo si tirano le scarpe; in Afghanistan talebani e statunitensi non si sparano più, e il Darfur è tornato ad essere uno "stato d'animo".
Ah, e i pitbull non aggrediscono più i bambini, le città sono molto sicure e i rom, beh... non chiediamo troppo ai giornalisti

giovedì 18 dicembre 2008

Questione morale

Nostalgia del Bagaglino: dopo che Fini ha dato del fascista alla chiesa cattolica, Berlusconi dà del nano a Brunetta.

Indagati in Svezia alcuni membri della giuria del Nobel. Berlusconi: «Da sempre siamo garantisti, ma c'è del marcio». Veltroni: «Siamo gente perbene, non c'è spazio per corruttori svedesi nel PD. Saranno espulsi». L'indagine è partita da un fatto sconcertante: volevano dare il Nobel per l'economia a Victoria Silvstedt. Martufello: «So' ingrifato». Alba Parietti: «Fondo il PD svedese, altro che primarie». Jervolino: «I miei assessori non erano mica svedesi, non mi dimetto». Villari: «Manco io, e che, siamo pazzi?». Bertinotti: «E' finito il tempo del partito dei sindaci scandinavi». Umberto Bossi: «Boicottiamo l'Ikea, solo mobili e oggetti inutili padani».

Nell'immagine, magna-magna svedese

martedì 16 dicembre 2008

Allo scatafascio

Formigoni critica i tagli di Trenitalia ai convogli dei pendolari. L'ad Moretti fa l'indiano (vedi foto in alto).

Sciolti 2000 milioni di tonnellate di ghiaccio: smettete di bere tutti quei drink.

Politica. La Parietti si candiderà per le primarie del PD: «Veltroni me lo ha sconsigliato, quindi è sicuramente la scelta giusta».

"Europa", il quotidiano dell'ex Margherita, detta la linea: «Veltroni, molla Di Pietro: potremmo riuscire a prendere addirittura qualche voto in meno».

Economia. Ennesimo crollo delle Borse, all'annuncio di Elisabetta Gregoraci di voler dare un erede o due a Briatore.

Gossip. Borriello: «Amo Belen». Tutti gli altri: «Anche noi».

lunedì 15 dicembre 2008

Ode alla scarpa

Quando tirarono il treppiede a Silvio, lui convertì l'aggressore dal komunismo alla libertà. Georgino pare si accontenterà di convertirlo dalla democrazia alla galera.

200 avvocati pronti a difendere Montasser al Zaidi, l'aggressore: «Ho dovuto impegnare Ghedini e Pecorella in qualche altra legge ad personam, volevano andare anche loro a Bagdad», dichiara il premier.

«Al Zaidi farebbe più anni che per un falso in bilancio: altro che democrazia in Iraq, è giustizialismo», sbotta Ghedini.

Pare che le scarpe fossero delle Tod's.

«This is a farewell kiss, dog!». «Questo è il bacio di addio, cane!». Povero incosciente, al Zaidi: pensava mica di avere dei piedi così puzzolenti...

Da domani, a Palazzo Chigi conferenze stampa a piedi scalzi.

Intanto, in Abruzzo, è svanito l'effetto Ohio per il PD.

Spettacoli: Noel Gallagher ha una Jaguar, ma la usa solo fino al cancello di casa. Ha il terrore degli etilometri.

Notizie di servizio: Tranquilli, sono tornato a sparar minchiate qui perché c'è il Facebook Blackout. Poche ore e sparirò di nuovo tra i miei mille mila amici (che non mi salutano manco per strada).

venerdì 12 dicembre 2008

Post di servizio

Intervengo su richiesta di un mio lettore abituale, che lamenta conati di vomito alla vista della contessa De Blanck, ritratta in cotanta foto nel post precedente.
Sperando di fare cosa gradita, la sposto di qualche riga più in basso.

A buon rendere

mercoledì 26 novembre 2008

Dopo Rifondazione...

... è corsa ad accaparrarsi i concorrenti dell'Isola dei famosi.
La Destra di Storace: «Patrizia De Blanck la nostra Obama»
L'Italia dei Valori: «Belen Rodriguez è la nostra Obama»
Sudtiroler Volkspartei: «Ela Weber ist unser Obama»

venerdì 14 novembre 2008

E chi ci ha fretta...

Da oggi, in treno, ci vogliono tre ore e mezza per andare da Milano a Roma o ad Aosta.
Quella differenza, di appena 400 chilometri, è impalpabile.

venerdì 7 novembre 2008

Obama chiamerà Berlusconi

«Pronto? Ciao nanerottolo, sono quello abbronzato»

domenica 26 ottobre 2008

Tradizione nella modernità

Esce la nuova versione della Bibbia: indiscrezioni dicono che l'assassino sia il maggiordomo

mercoledì 15 ottobre 2008

In "sondaggisti" we care

Secondo gli ultimi sondaggi, Obama è in vantaggio anche in Messico e Guatemala. Per non parlare dello zoccolo duro di elettori del Belize...

giovedì 9 ottobre 2008

Lungi da me, diavolo tentatore #02

No, non mangerò più arachidi Nibble time: le mie papille gustative ormai sono defunte

mercoledì 8 ottobre 2008

Lungi da me, diavolo tentatore #01

No, non farò freni a mano con il gator del golf.

PS: l'FMI segnala che con questo intervento nel blog si raggiunge un livello di crisi che non si toccava dal '29

martedì 7 ottobre 2008

Ahahahahahahah!!! Patetici...

... nemmeno stavolta avete fatto sei.

Nell'immagine, la dea bendata in una rappresentazione contemporanea

lunedì 6 ottobre 2008

Appiattendosi

E' una mia impressione, oppure il PD e Waltere Veltroni stanno piano piano avvicinandosi alle posizioni di Di Pietro, che fino a qualche settimana fa ritenevano un folle?
Appiattendosi, su Rieducational channel

domenica 5 ottobre 2008

Raffreddore vs. globalizzazione

Ho preso il primo raffreddore di stagione. L'anno scorso l'avevo scampata a lungo, fino al vero freddo. Quest'anno sono vittima della globalizzazione.
Il gas (probabilmente russo) non arriva a scaldare casa mia, perché chi ha installato la nuova caldaia (probabilmente tedesca) ha fatto male i conti (probabilmente con una calcolatrice giapponese Made in China) e i lavori (fatti probabilmente da lavoratori immigrati romeni) non sono ancora conclusi. Anche la mia lotta al freddo con maglioni di lana merinos (probabilmente Made in China) e coperte copriletti piumini nel letto (probabilmente provenienti di Paesi il cui PIL dipende all'80% da produttori di coperte).
La mia unica cura, fino ad ora, è stata il vecchio burro e miele: il primo sa di mucca, e lo ha portato a mia zia direttamente la vicina allevatrice; il secondo lo fa mio zio, o meglio le sue api.

Vediamo chi vince.

sabato 4 ottobre 2008

PD - Porno democratico

Ve lo immaginato un film hard ispirato a Rosy Bindi?

giovedì 2 ottobre 2008

Nostalgia ciniglia

Stato di abbandono da queste parti, da un paio di mesi. L'abbandono più grave e lungo della quinquennale storia di questo blogghe. Smobilitazione, direi.
Manca la musa ispiratrice che, leggiadra, faccia uscire le parole dalla punta delle mie dita.
In cerca di parole, sono andato a leggere vecchi post, in giro, e la voglia mi è passata ancor più. Anziché alimentare ricordi, ho alimentato tristezza. Questo post è un po' la constatazione della crisi: d'estate era il caldo, oggi è l'estate che se ne è andata. Poco cambia.

mercoledì 17 settembre 2008

Babar compie vent'anni

Ho appena scoperto che Celestopoli, la città di cui Babar è re, è anche la città dei Pokemon. Auguri, re Babar!

venerdì 29 agosto 2008

La normalità, baby...


Non sono calciofilo, tifavo pacatamente Milan quando seguivo il calcio come tutti gli italiani medi, e sinceramente del campionato al via non me ne può fregar di meno.
C'è da dire però che torna "90° minuto", che era l'unico appuntamento degno in cui i gol erano presentati e non urlati, le partite commentate e non sbrodolanti di retorica. Meno male.

mercoledì 27 agosto 2008

Risposte

«Viviamo con i cinghiali davanti al cancello», titola oggi La Stampa, segnalando la disperazione di numerosi agricoltori per i raccolti distrutti dai simpatici ungulati.
Giunge la risposta degli animalisti: «Basta che, quando suonano, non aprite»

mercoledì 13 agosto 2008

George W. Bush difende la Georgia

«I russi non provino ad avvicinarsi ad Atlanta, li attaccheremo!»

martedì 5 agosto 2008

Un Capezzone al giorno

Rido. Rido ogni giorno, ogni volta che vedo un telegiornale. Quindi anche più di una volta al giorno. C'è sempre Capezzone, che fa la morale come portavoce di Forza Italia. Forza Italia? Il partito che si pone come erede DC? Moderato, cattolico laico, difensore della Chiesa e del pubblico pudore. Capezzone, il radicale che faceva battaglie contro la legge sull'inseminazione artificiale, contro la Chiesa, contro la morale sessuale bigotta, contro mille cose che il suo attuale partito appoggia.
Ciò che mi fa ridere è che un Rutelli qualunque a sinistra (era radicale, poi clericale, poi boh) non sia credibile e tutti gli facciano notare la faccia di tolla, a destra e a sinistra. E che un Pannella nelle liste del PD "mina il dialogo", secondo i berluscones. Un Capezzone qualunque (era radicale, poi clericale, poi boh) sia invece credibile e che nessuno, soprattutto a sinistra, abbia mai iniziato a metterne in dubbio alcunché. Un pannelliano è per sempre.

sabato 12 luglio 2008

Walter Fontana - Cani che abbaiano non mordono

Nel falso ottimismo che insegue la nostra vita, dobbiamo saper fare ridere. In una società in cui l'ironia è assente, il sorriso raro ma la risata grassa è da celare perché cafona, se non fai almeno sorridere gli amici il sabato sera non sei nessuno. Quando il talento manca, ci si arrangia come si può. Quando poi si è incattiviti dall'insuccesso dovuto alla mancanza di talento, l'arrangiarsi diventa continuo. Walter Fontana non ha di questi problemi, ma i suoi personaggi tristi sì: sono piombati nel mondo della comicità quando ormai tutto è comico e niente lo è. Non fanno ridere, ma non se ne preoccupano: la strada segue un percorso che dà le spalle alla celebrità, ma la speranza di sfondare c'è sempre, non si sa bene in quale ambito, basta differenziare le attività. Un libro piacevole, che fila via in fretta per facilità di scrittura e leggerezza, ma nulla più: vittima della sua stessa trama, che narra di risate strappate in un mondo in cui far ridere è un obbligo, è una storia che non fa ridere di comici che non fanno ridere. Qualche riferimento satirico, le solite tonnellate di equivoci; in qualche passaggio fa riflettere sulla risata, più che far ridere.
Si può dire che Fontana è vittima di Carcarlo Pravettoni. Senza il bagliore di successo mainstream i suoi comici sarebbero meno tristi. Senza il bagliore di "Mai dire...", Fontana sarebbe una bella scoperta.

Walter Fontana
Visto che siete cani
Rizzoli 24/7, Milano, 2008
Euro 16,00

Vogliamo ricordarlo così...

Cià Gianfrà

mercoledì 9 luglio 2008

Fatti, non parole!

Oh, comunque niente inciucio: su facebook Walter e Silvio non sono amici.

martedì 8 luglio 2008

«Sono io l'immagine del Paese»

Berlusconi si dissocia dalla manifestazione dipietrista dell'8 luglio. Dicendo che solo lui è l'immagine dell'Italia.

E che bell'immagine...
«Il premier italiano Silvio Berlusconi è stato uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio. Principalmente un uomo d'affari con massicce proprietà e grande influenza nei media internazionali. Berlusconi era considerato da molti un dilettante in politica che ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui media nazionali finché non ha perso il posto nel 2006. Odiato da molti ma rispettato da tutti almeno per la sua 'bella figura' e la pura forza della sua volontà, Berlusconi ha trasformato il suo senso degli affari e la sua influenza in un impero personale che ha prodotto il governo italiano di più lunga durata assoluta e la sua posizione di persona più ricca del paese. Da ragazzo guadagnava i soldi organizzando spettacoli di marionette per cui faceva pagare il biglietto di ingresso, mentre studiava legge a Milano si era messo a vendere aspirapolvere, a lavorare come cantante sulle navi da crociera, a fare ritratti fotografici e i compiti degli altri studenti in cambio di soldi». (Biografia tratta dal fascicolo ufficiale del G8 di Hokkaido)

sabato 5 luglio 2008

Life is now!

Consiglio: per leggere al meglio questo post, cliccate sul "play" del video e iniziate la lettura.
Due linee di metropolitana ad Aosta, una in direzione sud-nord e una tra est e ovest. L'interramento della linea ferroviaria e della stazione, per unire finalmente la parte nord della città a quella sud, industriale. L'abbattimento dei costi della politica, il rilancio del Casinò e il taglio dei consigli di amministrazione delle aziende a partecipazione pubblica.
Ho come l'idea che Rollandin, nuovo presidente della Regione, abbia preso la Vodafone Summer Card "per fare tutti i bla-bla che vuoi con solo 5 euro".

PS: sarebbero tutti progetti ottimi, sicuramente migliori rispetto alle telecabine urbane e allo sdoppiamento della stazione ferroviaria per tagliarla nel mezzo. Ma tra il dire e il fare.....

martedì 1 luglio 2008

lunedì 30 giugno 2008

Farinet e Michaud - La Valle d'Aosta che vorremmo se solo se...

Questo libro è stato a lungo in bilico tra la normale recensione e la categoria "libri da non leggere".
Lo stile di scrittura e l'idea pur interessante del dialogo e del rimbalzare gli argomenti in base alle competenze degli autori alla lunga sono risultati pesanti nella lettura. Gli argomenti, non particolarmente brillanti, sono pochi e esposti in maniera nemmeno così originale. Le schede, che dovrebbero fornire il parere competente di vari esperti nelle diverse materie, non sono così eccezionali, e alla fine del libro si rimane sospesi, come a metà. In attesa di qualcosa.
La Valle d'Aosta è descritta in maniera irreale, quasi catartica: l'utopia della Valle del futuro è tratteggiata in modo ancor più lieve di quella contemporanea, e le soluzioni ai numerosi problemi proposti non solo non sono fornite (e ci mancherebbe), ma non si propone null'altro che di affrontarli per giungere all'ideale "valle del benessere", dove tutti vivono bene, residenti e turisti. Tutti ricchi, felici, goduti. L'intento del libro però è proprio quello di dare il via ad un dibattito complessivo: stimolare una discussione che per troppo tempo decisori privati e pubblici, burocrati e faccendieri di corte hanno rinviato, volendo perdere di vista di propsito i problemi reali di sviluppo e crescita economica, più indaffarati a distribuire il distribuibile che a pensare al futuro, gridando all'emergenza per prendere le decisioni più scomode e rimandando quelle che sarebbero servite realmente.
Un libro elettorale? Di freno e cambiamento al modello attuale? Sinceramente ormai l'alternativa all'attuale sistema non esiste: la "valle del benessere" per chi ci governa esiste già, e tutte le volte che un modello alternativo viene proposto deve passare al vaglio delle priorità imposte dalla classe dirigente, inamovibile.
La Valle d'Aosta del futuro? Il sogno valdostano? Spiace dirlo, ma probabilmente non esisterà fino a che l'attuale sistema di autonomia resterà in piedi...

Andrea Farinet e Massimo Michaud
Il sogno valdostano - Dialogo sul futuro della Valle d'Aosta
Le Château, Aosta, 2008
Euro 12,00

venerdì 27 giugno 2008

Parole da TG

Ah l’estate: le vacanze.. il mare.. l’emergenza caldo.. il cinecocomero.. Mancano soltanto il petrolio che ha superato la soglia psicologica dei 140 euro (sarà la novecentesima soglia psicologica che supera, è normale continuare a dirlo?) e l'afa terribile, il caldo torrido e la temperatura percepita africana.

giovedì 26 giugno 2008

martedì 24 giugno 2008

Europei

L'altra sera sono andato a vedere la partita Italia-Spagna su un maxischermo, in mezzo ad una piccola folla di tifosi. Probabilmente è il motivo per cui l'Italia le ha prese.

domenica 22 giugno 2008

Un Papa non può dire "chissenefrega"?

Oggi mi ha lasciato senza parole il fatto che il Papa in persona abbia dato retta al religioso Silvio Berlusconi, divorziato che aveva chiesto di ricevere la comunione (e non aveva dato del "sovversivo" a Benedetto XVI soltanto per non scatenare l'ennesima crisi internazionale). Ebbene, il Papa ha risposto dalla sua finestra, durante l'Angelus, come se il problema fosse di primaria importanza, e come se a portare la richiesta non sia un singolo, ma un'intera categoria sociale.
Il Papa avrebbe potuto rispondere "Chissenefrega, signor Berlusconi, se Lei non può fare la Comunione: è un principio generale e Santa Romana Chiesa non fa leggi ad personam". Un Papa non ha mai detto "chissenefrega", ma poteva evitare la risposta in diretta tv.

giovedì 19 giugno 2008

Urletti e schiacciate

Due cose mi hanno colpito del volley di alto livello: le ragazze che urlano come forsennate (non quelle di tutte le squadre, per fortuna), e tutti i "cinque" che si danno, in ogni momento di gioco: punti, errori, cambi, time out, inizio partita, fine partita. Sarà una deformazione professionale...

Nell'immagine ©manomano, una schiacciata vincente di Francesca Piccinini contro le russe

martedì 17 giugno 2008

Quando un Governo fa dell'efficienza la parola d'ordine

Qualche tempo fa, subito dopo le elezioni politiche, proponevo in questo post un paragrafo intitolato "Sim sala bim - Previsioni meteo per i prossimi mesi" in cui facevo previsioni sul Governo Berlusconi.
Analizziamo ora assieme l'efficienza del Governo, che in pochi mesi è riuscito in tutti i suoi principali obiettivi:

Berlusconi inizierà sfondando la quota dei dodici ministri previsti per legge [fatto],
inserendo un paio di impresentabili nel governo [fatto],
tollerando e anzi dando spazio a Mussolini, Ciarrapico, Bossi, Calderoli [fatto].
Rivelerà l'esistenza di un buco da migliaia di milioni di euro [fatto],
che anziché colmare contribuirà ad allargare [ci lavorerà].
Piazzerà fedelissimi, nani e ballerini in tutte le direzioni delle testate Rai [in via di definizione],
nelle aziende pubbliche [fatto],
alle autorithy [ci lavorerà]
e all'Unione Europea [fatto].
Varerà riforme inutili [fatto],
ingiuste [fatto],
salvaladri e contro i risparmiatori e i consumatori [fatto]:
abbasserà le tasse ai ricchi [fatto], senza toccare quelle che gravano sui più poveri.
Salverà a tutti i costi Alitalia e Malpensa, a debito, che domande [fatto].
Entrerà presto in conflitto con Napolitano [fatto],
con l'UE [fatto],
con i pacifisti [non fatto, ma la colpa è evidentemente dei pacifisti],
con il PD [quasi fatto, ed era impegnativo],
con Confindustria [non vale, nel frattempo è cambiata],
con la magistratura [stra-fatto].
Annuncerà cento volte di non candidarsi tra cinque anni, e poi si riciclerà per l'ennesima volta [è presto, abbiate fiducia].
E, allora, avrà ancora lo stesso seguito di fedeli obnubilati di oggi [fatto, vedi elezioni siciliane].

W l'Italia.

PS: quel giorno, mi sono dimenticato delle leggi ad personam: una mia grave mancanza per cui vi chiedo scusa.

martedì 10 giugno 2008

Super Brunetta

Maria Stella Gelmini, ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca esordisce: «Più soldi agli insegnanti. Adeguiamoli alla media Ocse».
Brunetta reagisce sdegnato: «Impossibile, se le adeguiamo alla media Ocse, poi questa sale e non se ne esce più». (Pare abbia anche sbottato: «Tsè... In questo Governo, le decisione intelligenti le prendo solo io!», ma questa seconda voce non è confermata).

lunedì 9 giugno 2008

Eppure sembravano la cosa più sana dell'ambaradan

McDonald's ha tolto i pomodori dai panini. Eppure sembravano la cosa più sana dell'ambaradan, pur se mimetizzati e quasi resi inutili in mezzo a strati su strati di pane spugna, carne di cane e salse varie che, se uno stesse a casa, non mangerebbe tutte manco in un anno intero di patatine e fritti misti e di grigliate.
La cosa più triste è che, approfondendo, si viene a sapere che il problema non è McDonald's (e già lì, sembra impossibile), ma sono i pomodori: quelli di grosse dimensioni, in America, porterebbero con sé la salmonella, o almeno c'è questo rischio. Non quelli piccoli, ciliegini o vesuviani (per una volta, niente diossina), ma quelli grossi e succosi, mangiati crudi. Quei bei pomodori che, magari in Montana mangiano tranquilli, senza conoscere nemmeno il Mac, e che in realtà il Mac, regno del male e delle calorie, si cautela di togliere, di far stare fermi un turno.

Un blogger capace di parallelismi politici, filosofici e culturali, su questa faccenda, scriverebbe un sacco di cose intelligenti. Parlando di integrazione razziale, di rifiuti napoletani, di Alitalia o di intercettazioni.
Io no, io uso l'intelligenza per cose vere.

Nell'immagine, l'inventore del Big Mac, con tanto di Big Mac celebrativo gigante

Stavolta non è bugiardo

Berlusconi aveva promesso misure impopolari nei primi giorni di Governo. Saranno queste?

venerdì 6 giugno 2008

Più famoso di Gesù

Chi era, oggi, quell'uomo tutto vestito di bianco vicino a Silvio Berlusconi?

martedì 3 giugno 2008

Con quella pettinatura lì, non si può essere che stronzi #02

Daniluccio ha tentato il suicidio. Si vede che Repubblica c'ha i poteri...

Appuntamento a casa La Russa

Mi raccomando, non diteglielo: sorpresa! Ci troviamo tutti a casa di Ignazio La Russa, ministro della difesa, per fargli una sorpresa. Tutti nascosti dietro al divano, e quando accende la luce gli gridiamo "sorpresa!". "Sooooooorpresa!!!"

Non sapete perché? No, non è il suo compleanno.
Semplicemente, oggi se ne è uscito dicendo che il reato di clandestinità verrà sanzionato presto, perché ci sono comportamenti "meno gravi che sono sanzionati penalmente, come ad esempio la violazione di domicilio". Visto che è "meno grave", quando si troverà 250 persone in camera da letto, magari un pensierino, per cambiare idea, lo farà...

Fini la calamita

Gianfranco Fini ha annunciato di non voler partecipare all'incontro già fissato con il presidente iraniano, Ahmadinejad: «Ne incontro già tutti i giorni, di pazzoidi, non vedo perché debbano venire fin dalla Persia».

venerdì 30 maggio 2008

Robert Fisk - Del perché dalla storia non impariamo mai nulla

Robert Fisk dovrebbe essere uno di quei nomi che, invocato, evocasse reportage d'autore, esperienza sul Medio Oriente, memoria storica delle guerre che segnano quell'area dal dopoguerra ad oggi, autorevolezza e notorietà. E invece, in Italia è quasi sconosciuto. Giunti al confine nazionale, al di là è il vuoto: a parte qualche premio Pulitzer, al di qua filtra ben poco dei grandi giornalisti internazionali. E ci teniamo i D'Avanzo, i Giordano, i Facci come esempio. Bah!

Escludete pure questa introduzione, aggiunge poco ai miei pensieri dopo questa lunghissima, faticosa ma interessante lettura. Cronache mediorientali è tutt'altro che un libro facile, un best seller. E' un libro di storia, di reportage giornalistico. Che, attraverso la narrazione del dietro le quinte dei tanti servizi che l'autore ha scritto e fotografato per il Times prima e per l'Independent poi, fornisce un quadro completo degli ultimi 60 anni di tensioni internazionali, dall'Algeria alla Palestina, dalla Bosnia al Pakistan: una vita a Beirut per lavoro, "il luogo che ormai chiamo casa", usando le parole dell'autore, intramezzata da numerosissimi viaggi in tutti i Paesi arabi e oltreoceano, nella tana dei nuovi imperatori, per cercare di capire. Capire, non limitarsi alla cronaca come fanno molti giornalisti "neocon" americani, che avallano ogni decisione del proprio governo se è a favore di Israele e contro il "terrorismo", a prescindere dall'approfondimento e dalla storia.

La storia, come ci insegnano a scuola, è recursiva. Torna sempre, più o meno simile. E la storia delle guerre è ancor più recursiva, quasi fotocopia tra l'una e l'altra: è proprio il motivo per cui ce la insegnano a scuola, "per non fare nuovamente gli stessi errori". Dal genocidio degli Armeni in avanti, passando per le guerre sostenute da noi occidentali per i nostri interessi in Medio Oriente, arrivando alle ultime "guerre al terrore" che ricalcano perfettamente eventi passati, anche nei minimi dettagli, non abbiamo imparato nulla: decisioni avventate, guerre lampo, sacrifici di innocenti come "danni collaterali" nel nome delle bombe intelligenti, utilizzo di armi non convenzionali per evitare che i "tiranni arabi" utilizzino le loro (inesistenti) contro di noi; disprezzo per le risoluzioni delle Nazioni Unite che non fanno comodo, invocazione di quelle che invece riteniamo giuste per attaccare Nazioni sovrane. La lista sarebbe lunghissima.

In oltre un migliaio di pagine, fitte fitte, Fisk racconta, senza mai rendersi noioso e ripetitivo, tutti gli sbagli, tutte le decisioni controproducenti, tutti gli errori ripetuti più volte in nome della tutela della civiltà e della democrazia. Chi meglio dell'autore stesso potrebbe sintetizzare meglio la sua opera:

"Per distruggere le armi di Saddam, per democratizzare, difendere e tenere insieme l'Iraq, i soldati statunitensi rimarranno bloccati lì per decenni. Eppure nell'Iraq liberato ci saranno sicuramente attacchi terroristici come nell'Afghanistan liberato. Perché un Islam militante che tiene in pugno decino di milioni di credenti non accetterà mai che si George Bush a decidere il destino del mondo islamico. [...] La specialità dei popoli islamici è l'espulsione di potenze imperiali tramite il terrorismo e la guerriglia. Hanno mandato via gli inglesi dalla Palestina e da Aden, i francesi dall'Algeria, i russi dall'Afghanistan, gli americani dalla Somalia e da Beirut, gli israeliani dal Libano... Abbiamo imboccato la strada dell'impero, ma oltre la prossima collina incontreremo quelli che ci hanno preceduti. L'unica lezione che apprendiamo dalla storia è che non sappiamo apprendere dalla storia".

Robert Fisk
Cronache mediorientali (The great wer for civilization: the conquest of the Middle East)
Il Saggiatore, Milano, 2006
Euro 35,00

Chanoux si rivolta nella tomba...

Mio cugino è fascista.
Fossi fascista anche io, potrei dire che in ogni famiglia le disgrazie ci sono: uno nasce ghei, uno minorato mentale, uno fassista, uno komunista. E' matematico. Ma non sono fascista, e discorsi così semplicistici li uso soltanto come artificio retorico per farvi sorridere un po'.
Ebbene, il suddetto fascista, militante, è già stato a visitare il glorioso giacilio eterno del Duce, a rendere omaggio ai luoghi storici della vita della guida e luce dell'italico popolo, girando sempre al largo di piazzale Loreto, delle leggi razziali del '38 (ovviamente troppo blande) e sputando persino su Alemanno («quello non è mai stato fascista!»). Sminuisce la Resistenza, dicendo che ha fatto più male che bene, e che se non fosse esistita avremmo oggi la stessa libertà. Odia i komunisti, i democristiani, non vota nulla più a sinistra della Fiamma Tricolore. Colleziona filmati d'epoca, gli manca proprio soltanto il busto di Benito in camera: come avete capito, un vero caso patologico.

Ebbene, mai avrei fatto questa lunga introduzione se non per sfotterlo un po': alle ultime elezioni, cotanto pezzo di italica razza, sì ardito e fiero, sì convinto della luce che ha visto nel fascio littorio e nell'italica patria...
(suspense)...
In fondo il voto è segreto...
No, in fondo me lo ha detto lui... Ridacchiando...
No, non lo dico per privacy.
Sì, lo dico. Sicuramente così facendo lui rifletterà un po', e rifletteranno anche i miei pochi lettori.

... ha votato Union Valdôtaine. Union Valdôtaine. Union Valdôtaine. Union Valdôtaine.

Del voto, è stato facile ottenere risposta. Ma il motivo, gliel'ho estorto, a fatica, l'altra sera. E ci sono rimasto. Cosa c'entrerà l'UV con i fascisti, mi chiedevo? «Tanto è un voto su 30mila», mi ha replicato: bella convinzione da militante politico, penso. «Sì, ma un militante come te, dovrebbe avere delle idee. E votare un partito tipicamente antifascista per un fascista dovrebbe essere impossibile», replico.
Eppure è successo. Insistendo, è uscito che qualcuno gli ha promesso qualcosa. Ahi ahi... Siamo alle solite... Le voci che si rincorrevano, mai confermate nella pratica (almeno al mio orecchio distratto), che l'UV aiutasse la propria campagna con promesse e promessuccole ha conferma. Ma non è questo il punto: se si riescono a convincere anche i militanti (persino gli estremisti) con simili giochetti, siamo proprio alla frutta, come società...
E ci meritiamo quello che è successo, a Roma e ad Aosta.

martedì 27 maggio 2008

Non basta scuotere la testa #03

Batosta per la sinistra, batosta per la destra, batosta per la Fédération. Ridono soltanto Vda Vive - Renouveau (ma è un sorriso stiracchiato: pensavano di spaccare il mondo) e, come sempre, Union. Tanto.
La grande campagna elettorale, basata sui cambiamenti e che non ha coinvolto i cittadini, non cambierà nulla, assolutamente nulla. Anzi, la strada per i progetti faraonici e colossali, con un nuovo presidente in pectore icona del decisionismo, sarà spianata: ennesima dimostrazione che certe questioni è meglio non buttarle in politica. Domani avremo un inceneritore inutile, un casinò con l'acqua alla gola come in passato, piste forestali anche a 4000 metri, 25 ponti sul Buthier uno a fianco all'altro, telecabine in città e palasport anche a Pontboset. I partiti che vi si opponevano sono stati sconfitti: non romperanno più le scatole.

Stamattina, un amico evidentemente komunista (e di conseguenza in malafede) ha commentato i dati elettorali: "Risultati da terzo mondo, con il primo partito al 50% e il secondo al 10". Come ho detto, è sicuramente in malafede. Grullo! oggi serve andare in giro a gridare la valdostanità, altro che pettinar le bambole con storie africane o sudamericane di partiti-stato e dittature più o meno dolci... E comunque, qui l'UV avrà anche rubacchiato voti qua e là, fatto favori a Pio, Juan e Martin, ma un moto di orgoglio degli altri partiti non c'è stato. No, niente dittature, al massimo troppo potere per troppo tempo, tutto lì.
Poco dopo parlo con un amico di Milano.
"Come sono andate le elezioni?", mi fa.
"Beh, destra debole, sinistra spazzata via, trionfo UV". Poi snocciolo i dati.
"Un risultato da Paese del terzo mondo!". Lui non era in malafede. Potete sempre appellarvi al fatto che non conosce la situazione valdostana...

La gente ha scosso la testa, ha digrignato i denti, si è lamentata e ha illuso due parti politiche di poter fare il colpaccio: una in particolare, adesso, si lecca le ferite. E' finita un'epoca: con i verdi fuori dal consiglio, unici a fare da "cane da guardia" al potere in un paesello in cui la stampa, quel mestiere, ha smesso di farlo da tempo (basta vedere la schiera di giornalisti ai festeggiamenti dei vari partiti, e sapere che sarebbero stati molti di più, ma qualcuno doveva lavorare), anche quel poco di opposizione "vera" non esisterà più.
Rientra AN, ed è un bene proprio in ottica di opposizione: qualcuno che la farà ci sarà anche stavolta, ma gli interessi saranno diversi.
Il PD e Renouveau invece dovranno abituarsi ad essere minoranza e a tutelare anche le ampie aree extra-consiliari, compresa l'ampia fetta di astenuti. Preoccupanti perché non esiste un progetto, in Valle come a livello nazionale, che sappia coinvolgere gli incerti e gli oppositori ai partiti tradizionali.
Le spallate si fanno parlando di pane e vino, non parlando di etica, assistenzialismo, nanoparticelle, bilinguismo e sogni.

L'UV vince proprio per questo: dà risposte. Anche sbagliate, ma le dà.
E l'opposizione parla un altro linguaggio, fatto di idealità e utopia, di opposizione dialogante e moderata, rigorosa o dura: cosa mai cambierà? Un'opposizione fatta di personaggi strani, spettinati e con la camicia a quadri, caricatura del valdostano medio UV: e allora perché un cittadino dovrebbe votare lui piuttosto che l'originale? E infatti ci sono cascati soltanto quei gonzi della sinistra, che hanno votato la copia dell'UV anziché i propri partiti.
Opposizione composta da:
a) persone che parlano come la vecchia sinistra italiana decapitata;
b) persone che passano il tempo a discutere di equilibrismi tra le anime del PD;
c) persone che chiedono più spazio all'iniziativa privata e al libero mercato, ma più interventi pubblici a sostegno dell'imprenditoria.
Un'opposizione con poco spazio, con poche abilità comunicative, sognatrice e poco concreta: a destra come a sinistra. Nella vecchia legislatura come nella prossima.

Addirittura nell'UV, oggi, chi aveva chiesto a Rollandin di farsi da parte paga pegno. Più che lo strapotere dell'Empereur, si nota voglia di semplicità: "Perché dobbiamo trovare lungo con gente complessa, che fa distinguo, che mangia dallo stesso piatto di tutti gli altri però si lamenta, che parla difficile per poi trovarsi allo stesso punto di tutti", dice la ggente (con due "g", la gente autentica).
"Vogliamo continuare ad essere ricchi, senza doverci sbattere per lavorare, per fare meglio degli altri. Ci tolgono i buoni benzina? Assassini, noi continuiamo a votare UV perché almeno quei soldi ce li darà in qualche altro modo. Ci fanno concorrenza dalla Cina? Noi votiamo UV, che almeno un posto di lavoro ai figli ce lo trova. Ci sono troppi rifiuti? Diamogli una bella bruciata, spendiamoci i soldi, ma almeno non li vediamo più".

E infine, nel delirio post-voto, si sentono gli sconfitti che abbandoneranno la politica perché il sogno della spallata è rimasto tale. Arrivisti? Opportunisti? Semplicemente abbacchiati? Boh, chi lo sa.
Sta di fatto che, normalmente, destra e sinistra locali sono composte da persone che fanno politica per passione più che per tornaconto personale. Per ideali, etica (chi più chi meno), e non per un posto al calduccio su di una poltrona comoda in un bel palazzone del centro con un assegno mensile e una ricca pensioncina.
O no?

lunedì 26 maggio 2008

Non basta scuotere la testa #02

Come volevasi dimostrare, affluenza in calo di 3 punti rispetto a 5 anni fa.
Previsione: forte delusione per PD e VdA Vive-RV.

domenica 25 maggio 2008

Non basta scuotere la testa

A mezzogiorno di oggi ha votato il 23,28%. Cinque anni fa, aveva votato il 19,35%. Eppure credevo che questa campagna elettorale regionale stancante, che aveva coinvolto su fronti contrapposti per la prima volta tre grossi blocchi, con faide interne, scontri duri e attacchi personali sinceramente evitabili, non avesse colto nel segno, lasciando piuttosto indifferenti gli elettori, non convincendo gli indecisi e non spostando voti rispetto a 5 anni fa: una vittoria (non così schiacciante) dell'UV è ancora oggi nell'aria, ma con questi numeri non si sa mai... Campagna elettorale tutta giocata sul cambiamento, anche dai partiti di maggioranza, come se per anni non avessero potuto governare e usare la montagna di soldi del bilancio regionale per dare nuovo slancio ad una regione bella addormentata. Una campagna tutta basata sul personalismo dei candidati, sui bacini di voti dei soliti noti e della ineluttabile volontà di mantenere in realtà tutto come prima.

"Io non voto Arcobaleno, anche se vorrei perché mi ci riconosco. Però presenta troppi impresentabili, troppe persone che predicano bene e razzolano male". L'ho sentito dire riferito alla lista che comprende tutta la sinistra, un partitino regionalista e l'Italia dei valori di Di Pietro. Chi l'ha detto voterà per l'UV: evidentemente condannati riabilitati, intrattenitori popolari e assessoroni fanno una meglio figura rispetto a operai, insegnanti, impiegati.
"Io non voto la destra perché è troppo legata a Berlusconi". Evidentemente l'antiberlusconismo esiste e resiste, non come crede Veltroni.
"Io non voto la destra perché non è questa, la destra". Evidentemente il PdL non piace ai veri conservatori e ai veri liberali.
"Io non voto PD, Veltroni mi sta in quel posto". Stesso discorso fatto prima su Berlusconi, non si capisce come possano influire Silvio e Walter nella politica locale se non come "area di riferimento".

A Roma c'è ormai un Governo in tenuta antisommossa. Vara il decreto "sicurezza", seguono un paio di nottate di roghi nei campi rom. Vara il decreto rifiuti, scontri a fuoco nel napoletano. Maroni: "non trattiamo con chi lancia molotov" e risponde con i manganelli e le formazioni a tartaruga. Alemanno, sindaco di Roma, tuona contro gli italiani che tirano sotto persone di notte, ubriachi: "serve più sicurezza", ma quelli non sono rom e non si possono rastrellare e incasellare nei luoghi comuni.
L'opposizione che fa? Dialogo: dice che avrebbe voluto fare le stesse identiche cose, ma non ha potuto "per colpa di quegli orchi della sinistra". Bella roba: alla faccia dell'integrazione, del dialogo con le popolazioni locali che anche PD (e persino l'Udeur e l'UDC) professavano, adesso si accorgono tutti che le botte possono essere la soluzione. La sinistra scuote la testa, ma come un pugile suonato e non come una volpe che aspetta il momento buono per tornare leone.

Insomma: personalmente trovo che schierare l'esercito per accumulare rifiuti in mezzo alle case non sia tollerabile. Trovo che bruciare i campi rom sia meschino e da senza palle. Trovo che le ronde per la sicurezza siano l'apice della xenofobia e che avere paura di finire arrotati dalle auto la sera in centro sia da popolazione senza spina dorsale: non è un problema di sicurezza, ma di educazione. Per anni i media hanno martellato la popolazione con il messaggio degli immigrati assassini, stupratori e ladri, nel più vile dei ragionamenti e nel segno dell'etica più pigra e comoda.
E' così difficile fermare gli irregolari alle frontiere? Rimpatriare gli irregolari dai CPT? Integrare chi c'è e chi entra regolarmente? E soprattutto, è così irragionevole fare opposizione chiedendo queste cose? Non sono né politiche di destra, né di sinistra, ma di buon senso.

Già, il buon senso. I grandi partiti del buon senso, che non ci sono più. Gli unici, resistono e vinceranno ancora una volta in Valle d'Aosta. Potrebbero essere proprio questi i temi perché questi "non allineati autonomisti" scelgano da che parte stare per eventuali alleanze: per i rifiuti, con la politica terroristica "Aosta come Napoli" spingono per l'inceneritore anche senza avere i numeri perché sia economicamente sostenibile; l'immigrazione è un problema secondario, un campo rom da queste parti resiste uno o due giorni e poi nemmeno gli zingari ne possono più degli abitanti circostanti e delle forze di polizia schierate.
Le alleanze non preventivate sono ciò che temo: in pomeriggio andrò a votare A, che dopo si alleerà con B. "Non voto UV questa volta, non voglio dare il voto alla destra, perché tanto ci si alleeranno prima o poi": altro commento "tra la gente". "Io non voto": mi giungeva nuova la voce di una persona che in passato aveva sempre votato; "in questi giorni tutti chiedono il voto, da lunedì non li vedrà più nessuno. Non mi faccio prendere per il naso un'altra volta".

Nell'immagine, la Casta

giovedì 22 maggio 2008

Rigurgiti di Caran d'Ache

Domani esce ufficialmente il francobollo dedicato alla Valle d'Aosta, l'ultimo della serie a tema sulle Regioni italiane, l'emissione dei quali è iniziata nel 2004. Il bozzetto, di Tiziana Trinca, ritrae Castel Savoia di Gressoney-Saint-Jean e, in tutta la sua maestosità, il Cervino.

Peccato che sia ritratto il "lato B" della Gran Becca, quello di Zermatt: per capirci, quello che per anni abbiamo visto sulle scatole delle matite più fiche. Il solito, clamoroso, errore. Tra i filatelici, si ricorda l'ultimo francobollo valdostanofilo, dedicato alla Fiera di Sant'Orso: con in primo piano un bel paio di zoccoli sardi...

giovedì 15 maggio 2008

Mi bullo

Ieri sono stato un pomeriggio con il campione del mondo di downhill, Sam Hill, il figlio di Benny Hill.
Foto per pochi intimi, riprese per un servizio Rai: sei top rider tutti per noi, proprio un bel pomeriggio, a Pila.

Ah, e oggi è partito ufficialmente, grazie al signore dei domini web italiani che si è degnato di rispondere alla mia istanza, MTBnews.it.

Nell'immagine ©manomano, da sinistra Brendan Fairclough, Corrado Hérin e Sam Hill

mercoledì 14 maggio 2008

Travaglio, Di Pietro, ami e abboccamenti

Due parole sulla vicenda Travaglio: perché tutto 'sto casino?
Dire che Schifani era amico di gente che poi si è rivelata mafiosa è la verità. Non è penalmente rilevante, ma è piuttosto infamante: negli Stati esteri, per molto meno si perderebbe la reputazione, altro che seconda carica dello Stato.
Non solo il giornalista a rivelare questi dati diverrebbe famoso, ma avrebbe il doppio degli spazi, per merito. E se solo si rivelassero "voci" e non "verità", quello stesso giornalista finirebbe a scopar le foglie.
Seconda cosa: dire che Travaglio ha troppo spazio in TV è un insulto al buon senso. Proprio in questo periodo in cui si vedono Filippo Facci (bugiardo e piuttosto incapace, ma belloccio e molto telegenico), Paolo Liguori (moderato come un crampo in quel posto), Paolo Del Debbio (opinionista tra la gente, che puntualmente vira a proprio favore) e altri giornalisti prezzolati in tutte le salse, dire che Travaglio ha molto spazio è da idioti: in Mediaset non appare nemmeno da morto, in Rai appare una volta a settimana, e in qualche ospitata. Non la vedo, francamente, questa sovraesposizione.
Dà, come sempre, l'idea del pretesto per ambire ancora una volta a spartirsi la RAI, a cacciare qualche voce fuori dal coro con la scusa patetica della mancanza di rispetto verso le istituzioni e dell'uso criminoso del mezzo pubblico. Tutte cose già sentite, tutte cose cui questa volta nessuno si opporrebbe.

Già, perché Berlusconi è riuscito non soltanto a distruggere la sinistra, con l'aiuto di Veltroni, ma sta riuscendo anche a distruggere il PD (se mai fosse nato, è ancora da chiarire): opposizione costruttiva, fine dell'anti-berlusconismo, applausi ai suoi discorsi, imbavagliamento della stampa bipartisan, non una critica che sia una. Dopo che Silvio è riuscito a far accettare alla Nazione ministri come Calderoli, Bossi, Vito, Alfano e Bondi (alla cultura!) senza che dall'opposizione non si levasse una mosca, un commento perlomeno critico, un fischio, chissà quali porcate riuscirà a propinare a tutti in cinque anni di governo senza una vera opposizione. Come ha già detto qualcuno, la vera opposizione in parlamento è l'UDC!

Il centrodestra ha buttato l'amo delle riforme costituzionali. E tutti hanno abboccato. Sullo snellimento dell'apparato statale, sull'abolizione del bicameralismo perfetto, sulla nuova legge elettorale, sono tutti d'accordo. Sul federalismo fiscale e sulle nuove forme di autonomia finanziaria e amministrativa regionale, assolutamente no. La Lega è un partito di governo, ma assolutamente minoritario: e anche tra i suoi elettori, ben pochi sono quelli che hanno votato il carroccio per questi motivi. L'elettore leghista vuole tornare a respirare nelle periferie intasate di immigrati irregolari, vuole scacciare la terribile paura dell'insicurezza che proprio il centrodestra gli ha inculcato, vuole che il suo posto di lavoro torni sicuro. Vuole qualche rom in meno, vuole che le rapine ci siano come sempre, ma vuole che se ne parli un po' meno perché non c'è più il komunista di turno da incolpare di lassismo e buonismo.
Di come paga le tasse, e se vanno a Roma o a Pontida, gliene frega relativamente: basta pagarne poche, e vedere qualche vigile sotto casa e il marciapiede pulito. La minoranza federalista degli elettori tiene in pugno la maggioranza del partito, del governo, del parlamento e del Paese. Un'escalation eccezionale, con l'otto per cento dei voti.

giovedì 8 maggio 2008

Semplice coincidenza

Qui, nel mondo reale, la reazione al nuovo governo è stata diarrea e vomito.

sabato 3 maggio 2008

Valdostano medio #04 - Ritratto

Oggi, alle 12.45 circa, su Raitre (in Valle d'Aosta), lunga intervista a Mene, AKA Valdomedio, AKA colui che ha conquistato un sacco di spazio mediatico senza aver fatto nulla più di tanti onesti rapper.
A seguire, telecronaca blog.

Ebbene, Mene ha parlato a ruota libera per 4-5 minuti, spaziando sulla sua musica, sui suoi progetti, e soffermandosi a lungo sulle idee: con questa intervista ha tolto la maschera. Mene non è "Valdostano medio". La satira si è fermata lì, la critica è proseguita.
Nonostante ciò che ha dichiarato più volte ("la mia è soltanto satira" e "non faccio politica"), si può dire che il pensiero sia evoluto: la satira di Valdomedio è acqua passata, ora Mene porta avanti convinto la critica sociale che ha messo in atto. Ritratto quindi in parte ciò che avevo pensato su "Valdostano medio": è un'allegoria, una satira a tutti gli effetti, ma il pensiero dell'autore va oltre, ed è un tantino distorto. Di questo è molto convinto, si ritiene appoggiato dai coetanei, e si può credergli facilmente: il disagio per tradizioni non condivise, il fastidio per alcuni aspetti che fanno di una parte della Valle un'entità rimasta ferma ad una cinquantina di anni fa era forte anche quando io stesso avevo quell'età.

Se scrivo "i valdostani sono tutti ubriaconi", so di esagerare volutamente, se invece ritengo sia la verità, allora la mia non è satira. Mene ritiene che lo sport popolare più diffuso sia la sbronza collettiva (oltre che la battaglia delle mucche). Forse questa è la parte più azzeccata di tutta la sua "critica sociale", quella su cui poteva ottenere consenso anche dal "mondo degli adulti" che invece si è dimostrato così chiuso nei suoi confronti. Mene fotografa senza dubbio una parte della società valdostana, facendo satira, sberleffo o sfottò si possono inquadrare bene questi personaggi medi. Cercare invece di dare un quadro generale partendo da questi "casi limite", non è sbagliato, ma è anche dannoso. Sbagliato perché dimostra chiusura mentale da parte di chi raffigura la valdostanità in questo modo: esistono ottimi allevatori, ottimi scultori, ottimi valdostani; esistono valdostani come Mene, esistono valdostani legati soltanto alle mucche e che non sanno accendere un pc, esistono "valdostani del terzo millennio" che convivono in pari grado con il passato e con il futuro. Facendo satira posso dimenticarmene: il burino romano di Sordi rappresenta benissimo una parte di società italiana che mangia spaghetti e rutta fragorosamente, ma l'Albertone non ha mai pensato di descrivere antropologicamente la società italiana.
Dannoso perché ci si espone facilmente a critiche feroci, anche da parte di chi si riempie la bocca di "tradizioni", di "tutela della vita rurale", di "radici autentiche" senza avere nemmeno ben chiaro in testa che cosa siano.
Ecco, ieri Mene ha pisciato un po' fuori dal vasino: se voleva difendersi, non ha adottato in nessun modo la tecnica migliore. Se voleva attaccare, lo ha fatto un po' fuori tempo. Al termine dello spazio video, arriva addirittura ad augurarsi di non diventare mai allevatore o scultore.

Che caratteristiche di chiusura mentale può avere, uno scultore?

venerdì 2 maggio 2008

Neurodeliri

Ho come la sensazione che ci si stia impegnando fortemente per mandar via qualcuno dalla Rai delle Libertà.
Non mi interessa il merito, ma sinceramente un presidente di azienda pubblica dovrebbe intervenire per censurare i comportamenti sgarbiani, non i contenuti...

martedì 29 aprile 2008

A Kla'

Non so perché, ma ieri pensavo alle famose buche nell'asfalto, cavallo di battaglia del komunista Klaudio per descrivere l'operato della coppia Francesco-Walter («spendono tutto per il festival del cinema», concludeva).
Fortuna che adesso c'è il camerata Gianni, riparerà tutto.

Il buongiorno si vede dal mattino...

Carrellata di persone perbene: si è aperta oggi la sedicesima legislatura parlamentare. Il Senato è stato presieduto (provvisoriamente) da Giulio Andreotti. Nell'emiciclo, la scena più elettrizzante è stata quella del bacio tra Marcello Dell'Utri e Salvatore Cuffaro. Nel florilegio di scene agghiaccianti, ha surclassato persino la scollatura della moglie di Fede.
Presidente del Senato è stato eletto Renato "Schifo" Schifani. Altro amichetto di Cuffaro: se non hai un curriculum di un certo livello, non vai da nessuna parte al giorno d'oggi.

Fascisti vs. Komunisti

Filippo Facci questa mattina si lamentava (ovviamente su una rete Mediaset) di un titolo dell'Unità che suonava più o meno "un ex fascista sindaco di Roma". «Eh no, eh... Questa è partigianeria, perché sottolineare il passato di Alemanno proprio ora? E' sminuire una vittoria moderata», commentava il giornalista (Libero + Foglio + Mediaset = superpartes).
Ieri, durante i festeggiamenti, gli Alemanno boys intonavano un anacronistico "chi non salta comunista è", salutavano romanamente e sbandieravano croci celtiche e fasci littori. Un giornale di sinistra cosa dovrebbe scrivere? Cha ha vinto un democristiano? O un liberale? O un fine statista incorrompibile?

PS: Rutelli le ha prese di santa ragione. Sarebbe ora che si ritirasse, assieme alla cara mogliettina Palombelli, una volta per tutte dalla politica, dalla vita pubblica in genere: è popolare come l'olio di ricino nei cocktail. Però si salverà con un posto in Parlamento, il fetentone... Meritocrazia, la chiamano.

sabato 26 aprile 2008

Ma anche

Il "ma anche" non è solo veltroniano. Lo hanno fatto loro anche Berlusconi e Napolitano. Il primo ha dichiarato che occorre ricordare la liberazione, ma anche i ragazzi di Salò, ma anche le foibe. Il secondo ha ripetuto più o meno la stessa cosa.

Ma ve lo immaginate il Papa che a Pasqua dice "festeggiamo la risurrezione di Gesù, ma anche la sua nascita", come se fosse Natale? O Montezemolo che festeggia il mondiale della Ferrari appena vinto, ma anche quello dell'anno scorso? O Pierino che festeggia il compleanno, ma anche quello di Giovanni, che cade due mesi dopo ma sennò, poverino, si offende?
Ieri era la festa della liberazione. Il giorno del ricordo per le foibe è un altro giorno, e in quel giorno nessuno se ne uscirebbe con un monito "oggi ricordiamo anche le vittime dei lager e i partigiani", perché verrebbe sbeffeggiato.
Pare un concetto semplice, ma anche no.

mercoledì 23 aprile 2008

Gongolano albergatori e venditori di santini

... per l'ostensione del corpo di Padre Pio, dopo la riesumazione.
E poi qualcuno si chiede perché io sia contrario a queste sceneggiate... Venerazione, riti... ma a chi la raccontano?

Chi l'ha detto?

"L’immagine internazionale dell’Italia, oscurata da due anni di comunismo, torna finalmente a rifulgere nel mondo intero"

lunedì 21 aprile 2008

Arrivano i Beatles - Ultimi giorni

La bella mostra che due mesi fa non mi convinceva appieno sta per chiudere.
Se potete, fateci un salto.

Nell'immagine ©manomano, il quinto Beatle materano

giovedì 17 aprile 2008

Maurizio Maggiani - Pettirossi coraggiosi

Un libro di libri, storie nella storia: protagonisti che scrivono, terapeuticamente, di altri personaggi che scrivono.
Religioni diverse, etnie e ideali politici. Cristiani, cattolici, protestanti, musulmani, copti e maroniti; anarchici, comunisti e socialisti; italiani, africani, mediorientali, libanesi, armeni. Polvere, acqua, letame, cibo. Un racconto intrecciato di lotte personali, collettive, confessionali, popolari, che spazia dall'Italia Cinquecentesca all'Egitto contemporaneo, alla Palestina in guerra, al deserto come luogo da attraversare. A volte è difficile da capire e da seguire.
Maurizio Maggiani potrebbe scrivere di qualunque cosa. E in effetti lo fa spesso: riesce ad incollare il lettore alle pagine, ad incantarlo nonostante il racconto sia complesso, a volte incomprensibile, e veda come narratori i protagonisti stessi, siano questi sconosciuti, immaginari o contemporanei, dal sommo Ungaretti ad un Pascale qualunque. Ma come descrive lui una donna, una sensazione, una situazione mentale... sono in pochi a saperlo fare. In gran parte del libro si narra di un certo Saverio, colpito da un malessere strano, incomprensibile: e Maggiani lo racconta perfettamente, lasciandoci sempre lì a voler trovare un soluzione per il poverino malato, a voler guarire lui e poi a guarire con lui. A volte, basta la volontà.

Maurizio Maggiani
Il coraggio del pettirosso
Feltrinelli, Milano, 1995
Euro 7,50

Gutturale e stridula

L'uomo di Neanderthal aveva una voce gutturale e stridula: un mix tra Umberto Bossi e Rosa Russo Iervolino (nell'immagine a destra).

martedì 15 aprile 2008

L'inizio della fine #16 - Un nuovo inizio

La serie di post "L'inizio della fine" che, molto salturiamente, ha raccolto l'ascesa del grillismo e la caduta del governo Prodi, le elezioni e il ritorno di Silviuccio, si conclude qui. Almeno per il momento.
In poco più di un mese, il quadro politico è letteralmente crollato: la fine per molti, ma non esattamente la stessa fine che molti elettori "anti-casta" si auguravano. Segno ancora una volta dello scollamento della capi dalla base, del masochismo di alcuni parti politiche, della relatività delle leggi elettorali e della scomparsa delle ideologie fini a sé stesse (finalmente non esisterà in Parlamento il partito del no, non ci sarà chi parla di abolizione della proprietà privata e magari tra qualche anno avremo una sinistra vera e moderna). Per la destra non vale lo stesso discorso (ancora troppi delinquenti in Parlamento, troppi fascisti, troppi conflitti di interessi), ma non si può avere sempre tutto...
Detesto Grillo, come avrete capito in questi mesi, e l'antipolitica, ma non posso però che essere felice per tutti questi leader politici di cui ci siamo liberati: Fausto Bertinotti (secondo le vane promesse, avrebbe dovuto lasciare due anni fa); Alfonso Pecoraro Scanio (l'ecologismo e il suo contrario in una sola persona); Enrico Boselli («il Paese non può vivere senza socialisti»: si è visto); Gianni De Michelis (uff... che fatica... è ricco di famiglia e ha sempre un salvagente); Ciriaco De Mita (uff... che fatica... risuscita sempre il terzo giorno); Clemente Mastella (un addio tutt'altro che definitivo, ahimé); Francesco Storace (il tergicristallo della destra), Franco Giordano (komunista!), Francesco Rutelli (alleluia!).
Mi spiace un po' (ma giusto un po') per Vincenzo Visco (odiato da tanti, uno dei pochi a lottare contro l'evasione fiscale e il rigore dei conti pubblici), Romano Prodi (senza di lui, saremmo fuori dall'Europa e dall'euro), persino per quei bolscevichi di Luxuria e Ferrero, i pochi della sinistra folkloristica a lottare per qualcosa di serio e moderno. Mi dispiace un po' anche per Ferrara (ce ne saremmo liberati dalla 7 e dal Foglio) e Santanché (credevo che gli elettori di destra fossero più intelligenti e non si facessero ipnotizzare da Silviuccio così numerosi).

Mi bullo di un paio di previsioni azzeccate
Astensionismo di sinistra
Gli exit poll e il Paese (a)normale
I perseguitati dalla magistratura vanno al governo
Niente Veltrusconi, almeno quello
La rimonta UV

Il toto ministri - satira degna del Bagaglino - Devo adeguarmi ai nuovi gusti di destra
Roberto Calderoli agli Esteri (solo se in t-shirt maomettiana)
Umberto Bossi alla Salute (se ne intende)
Cesare Previti alla Giustizia (se ne intende)
Maurizio Gasparri alla Cultura (se ne intende)
Marcello Dell'Utri allo Sviluppo economico con delega per il Sud (esperto del meridione, conosce tutti gli uomini chiave per lo sviluppo economico: basta abolire qualche reato qua e là e il PIL del meridione crescerà come quello d'Irlanda)

Sim sala bim - Previsioni meteo per i prossimi mesi
Berlusconi inizierà sfondando la quota dei dodici ministri previsti per legge, inserendo un paio di impresentabili nel governo, tollerando e anzi dando spazio a Mussolini, Ciarrapico, Bossi, Calderoli. Rivelerà l'esistenza di un buco da migliaia di milioni di euro, che anziché colmare contribuirà ad allargare. Piazzerà fedelissimi, nani e ballerini in tutte le direzioni delle testate Rai, nelle aziende pubbliche, alle autorithy e all'Unione Europea. Varerà riforme inutili, ingiuste, salvaladri e contro i risparmiatori e i consumatori: abbasserà le tasse ai ricchi, senza toccare quelle che gravano sui più poveri. Salverà a tutti i costi Alitalia e Malpensa, a debito, che domande. Entrerà presto in conflitto con Napolitano, con l'UE, con i pacifisti, con il PD, con Confindustria, con la magistratura. Annuncerà cento volte di non candidarsi tra cinque anni, e poi si riciclerà per l'ennesima volta. E, allora, avrà ancora lo stesso seguito di fedeli obnubilati di oggi.
W l'Italia.