sabato 19 novembre 2005

TAV e TBV

Sono tutti contro la TAV. O meglio, sono tutti contro la TAV a casa propria. È una di quelle opere che tutti vogliono, ma nessuno a casa propria. Come la discarica unica per le scorie nucleari, come la discarica comunale, come le birrerie o i depuratori. NIMBY in economia, acronimo di Not In My Backyard.
Un'opera che permetterebbe, con dei divieti o delle limitazioni saggi e lungimiranti, di liberare le strade dai TIR e le valli dai gas di scarico. Ma che nessuno vuole, né in Val di Susa, né altrove.
Ci si appiglia alla scusa che "tanto i treni diminuiranno la percorrenza di soli 50 minuti tra Torino e Lione". E poi c'è l'amianto, la bellezza paesaggistica, anni di lavori. Piace tanto il modello svizzero, ma nessuno sa che senza una ferrovia di quel tipo non si può fare. Provate a caricare un container su un treno attuale. O addirittura un TIR intero...
Il "modello svizzero" è fatto di linee moderne, impianti sofisticati, mezzi nuovi e puntuali e soprattutto di gallerie ampie e tasse sui mezzi pesanti.
Bene, valsusini protestanti, ecco la mia proposta: spostiamo i soldi della TAV dalla vostra valle alla nostra. Sinceramente noi valdostani non ne possiamo più della TBV (Treno a bassissima capacità, velocità, temperatura). Non ne possiamo più di viaggiare in ritardo con il timore di non arrivare, di congelare su carrozze gelide o viaggiare ammassati come sardine nelle ore di punta. Non ne possiamo più di attese a Chivasso e di ponti da fare a passo d'uomo perché non reggono il peso di un convoglio. Non ne possimo più di politici che da quell'orecchio non vogliono sentire. Date a noi i soldi per una linea moderna, magari doppia così da non doversi fermare per minuti interminabili solo per incrociarsi con un treno locale. Date a noi i soldi per poter togliere 50 minuti di percorrenza Torino-Aosta o Aosta-Milano.

PS: Ah, seconda clausola sacrosanta: cuccatevi tutti i TIR nel Fréjus, a noi in Valle d'Aosta non piacciono. Scenderemo in strada anche noi.

Nessun commento: