martedì 29 gennaio 2008

Libri da non leggere #02 - Lavorazioni ammissibili

Riprende la rubrica "Libri da non leggere". Dopo i molti consigli letterari del passato, un volume che mi ha lasciato basito.

Volendo leggere un testo con un fondamento storico più autorevole, consiglio "Le cronache di Narnia" di Clive S. Lewis, o "Harry Potter" di Joanne K. Rowling. Volendo un libro con maggiore autorevolezza scientifica, "La storia infinita" di Michael Ende, o "Una storia italiana" di Silvio Berlusconi. Volendo un testo di legge più facilmente interpretabile, la "legge Cirami" sul legittimo sospetto o l'articolo 59 della Costituzione, che regolamenta il numero dei Senatori a vita.

Al di là della satira di bassa lega qui sopra, non ho la competenza in materia per mettermi a discutere di cosa sia "tradizione" o cosa non lo sia: ma osservando la legge, si capisce che non hanno le idee chiare nemmeno in assessorato. L'artigianato valdostano è in una fase cruciale del proprio sviluppo: la fiera di Sant'Orso invade ormai tutta Aosta, l'atelier des métiers occupa l'intera piazza Chanoux senza che vi siano possibilità di ampliarlo. Gli appuntamenti sparsi sul territorio regionale tutto l'anno sono molti, e spesso lasciano a desiderare proprio nell'aspetto qualitativo. Quindi bisogna scremare, trovare dei criteri qualitativi e quantitativi per non fermare la crescita del settore, ma per fargli fare un salto di qualità.
In generale, le migliori soluzioni sono quelle che valorizzano, non quelle che stroncano: posso vendere una camicia che vale 50 euro a 100, ma non lo farò dicendo che "da settembre a dicembre aumento il prezzo del 100%", dirò che da gennaio in poi "ci sono i saldi, del 50%". Se anziché spaccarsi la testa (e spaccare i maroni) alla gente decidendo cosa è "tradizione" e cosa non lo è, si fosse deciso di "premiare" chi segue la tradizione, attribuendo un marchio di qualità alle produzioni più autorevoli, e "premiare" chi fa arte, anziché declassare ed emarginare, tutto sarebbe suonato bene, come succede sempre.
E poi, diciamocelo, cos'è la tradizione? E' tradizione la scultura, che fino a 60-70 anni fa non esisteva in fiera? Non è tradizione la colorazione del legno solo perché fino a 25 anni fa nessuno lo faceva, al di fuori delle chiese? Una abitudine diventa tradizione quando è meritevole di esserlo: la festa della comunità calabrese di Aosta è tutt'altro che una tradizione storica, ma è comunque meritevole di tutela, e i politici vi si impegnano in prima persona (per tornaconto o per buon cuore, la scelta è lasciata ai lettori).
Tornando al colore, in Thoux, nei Crestani, in Berlier, in Pinet è arrivato a livelli di eccellenza assoluta, e l'assessore La Torre riesce a dire che «spesso il colore è utilizzato per mascherare carenze nella tecnica». Ok, non è tradizione, ma non diciamo puttanate per dare aria alla bocca, Leo. Dal lato opposto, invece, le bellissime foglie di Bettoni, non colorate, sono tradizione, e se sì, da quanto tempo e perché? I monoliti di Gadin, sono tradizione solo perché non colorati? Colore e innovazione non sono cineserie, non sono vittime della globalizzazione: sono arte, forse forse.
Sembra di sentire quei critici che storcevano il naso di fronte a Warhol o a Roy Lichtenstein dicendo che non era arte, non era tradizione, era poco più che un divertissement. Li colpivano reimpiendosi la bocca con la storia, con le limitazioni, per poi finire nel dimenticatoio come tutti i burocrati e i membri della dottrina: alla faccia della tradizione.
La cosa più preoccupante è che "questo elaborato è l'ultimo tassello di 10 anni di lavoro", come recita l'opuscolo: andiamo bene...

Buona fiera a tutti!

Leonardo La Torre, a cura di
Lavorazioni ammissibili - Tutela e valorizzazione dell'artigianato valdostano di tradizione
Tipoaosta di Chenal, Aosta, 2007
Euro 0 (come le automobili: da rottamare)

venerdì 25 gennaio 2008

Intervallo

L'inizio della fine #12 - Strano Paese, l'Italia...

Nella giornata di ieri, a prescindere dai colori politici, Salvatore Cuffaro ha avuto la fiducia, Romano Prodi no. Qualcosa non quadra.

giovedì 24 gennaio 2008

Sbarramenti elettorali, inutili come le tonsille

Mentre al Senato succede di tutto, nella blogosfera italiana tutti scrivono di tutto, i giornalisti sparano qualsiasi cosa che gli passi per la testa, e Ferrara è sempre più intelligente, una delle convinzioni più trasversali è che serva assolutamente una nuova legge elettorale con sbarramenti più alti.
Balle.
Balle.
Balle.
I piccoli partiti non hanno senso, ma alle elezioni sono deboli. E' dopo che diventano forti. E ancora più forti lo diventano se alle elezioni non esistevano.
Scissioni, nuovi partiti, gruppo misto, singoli deputati dissidenti, sono loro il problema: e non c'è soluzione, se non un cambiamento profondo nell'etica politica, per tagliar loro la testa. Anche se Follini, Dini, De Gregorio, Fisichella, Pozzi (Moana) e Casini si presentassero insieme, si dividerebbero inevitabilmente dopo. Non serve una laurea o un posto da direttore di giornale, per capirlo...

Problemi di condominio

Abbiamo il problema che i nostri vicini di casa, che una volta abitavano a casa nostra e la chiamavano patria, continuano a darci fastidio. Ci fanno i dispetti, ogni tanto qualche sgambetto, l'altro giorno ci hanno incendiato un sacchetto pieno di cacca sul pianerottolo. Ma noi non siamo molto simpatici, non sappiamo stare al gioco, e anziché scherzare con loro, usiamo le maniere forti.
Un bel giorno, decidiamo di trovare una soluzione definitiva: li ingabbiamo.
Togliamo loro i rifornimenti di acqua, gas, petrolio, cibo.
Passa un po' di tempo, e ci stupiamo perché loro, i nostri vicini inscatolati, sono un po' arrabbiati, e fanno sempre più casino.
La giovane cugina, sempre un po' anarchica e rivoluzionaria, dice che dovremmo smetterla, che anche i vicini hanno i loro diritti, che si può riprendere a scherzare con loro e magari farci anche qualcosa di più: le è sempre piaciuto, quel giovanotto con il cuffio, il più giovane della famiglia. Ma la vecchia zia, non ne vuole sapere: «Ricordate il vecchio pittore coi baffetti come ci ha trattati? Noi, con i nostri vicini, siamo fin troppo clementi!».
No, saremo sempre più duri e non tollereremo oltre: ogni scherzetto glielo faremo pagare, anche con la morte.
Si sa che, in famiglia, danno tutti retta alla vecchia zia. E allo zio d'America, e ai suoi soldi.

mercoledì 23 gennaio 2008

lunedì 21 gennaio 2008

Crisi di governo

Con la crisi di governo (alle porte) e le elezioni anticipate (dubito ci saranno), Roberto Nicco e Carlo Perrin torneranno a casa. Difficilmente torneranno a Roma. Forse da turisti, non da parlamentari: l'Uv si gabba una volta sola, lo insegna la storia. Finora.
L'unica alternativa alla "balena rossonera", pare il centrosinistra. Sgangherato e quasi allo sbando, perde i pezzi prima ancora di averli messi assieme. Distinguo e chiacchiere, invece di progettare. Ha un passato ideologico, che si porta dietro pregiudizi, non ha un programma, soprattutto non ha le persone, i volti che a livello locale fanno la differenza: Perrin e Nicco?
Forse, tornando a casa, i due prodi potranno cambiare la sitazione: senza pensione da parlamentari (ecco i miei dubbi sulle elezioni anticipate, la casta è pur sempre casta...) e senza poltrona, pur avendo consenso e ampio seguito. Un cambiamento inatteso in vista delle regionali di maggio.
Pancia a terra e pedalare.

L'inizio della fine #10 - Retroscena dalla caduta di un governo

Pare che Mastella abbia detto: «Anche io mastico coca-cola ogni giorno».
A quel punto Prodi non ci ha visto più. Li preferisce corrotti, piuttosto che ingenui.

venerdì 18 gennaio 2008

Una cosa ancora sul Mastellone

Mi sarei aspettato, nel suo discorso, un passaggio di questo tipo: «Questi fetenti di magistrati... la mia non è concussione, è semplice abitudine! Per Diana!»
E invece, oltre ad essere applaudito, adesso applicherà gli stessi principi abitudinari contro il Governo di quel Prodi che si professa suo difensore.

mercoledì 16 gennaio 2008

L'inizio della fine #09 - Due cose sul Mastellone

Come si fa a dire che gli arresti domiciliari per la moglie di Mastella siano un attacco ai cattolici? Ormai qualsiasi arresto diventa discriminatorio (contro donne, cattolici, gay, neri, romeni...) e nulla è più normale. Non si è più corrotti, ma cattolici. Non si è più mafiosi, ma meridionali. (Sono esempi generici, ovviamente).
Come si fa a dire che è un arresto a tempo? Come avrebbe potuto non esserlo? Ormai qualsiasi arresto diventa a tempo... Anche se muore il gatto di Bondi, è sempre nel momento sbagliato.

Nell'immagine, Mastella in un devoto atteggiamento cattolico

martedì 15 gennaio 2008

Milano Moda Uomo

Dopo un'attenta analisi delle sfilate milanesi, si è finalmente capito che nell'autunno-inverno prossimi l'uomo italiano si vestirà un po' come cazzo gli pare.

lunedì 14 gennaio 2008

Libera Chiesa in libera Chiesa #03

I nuovi sviluppi della questione (qui i numeri 01 e 02) parlano di una lettera sulla "Stampa" a difesa del parroco. E un lungo scritto dello stesso parroco a sua difesa, in cui si capisce che non ha rimorsi (meglio per lui), che lo rifarebbe, che ha molti dubbi sulla cremazione (e di conseguenza sulla "Chiesa moderna"). L'interrogativo che si pone è interessante. Lo banalizzo e lo semplifico, cercando di serbarne il succo: dopo che ho bruciato mio zio, lo tengo in casa. La zia che con me non va d'accordo, non può venire a rendergli omaggio. Nemmeno mia suocera. Nemmeno quel collega timido e riservato, temerebbe di disturbarmi. Eppoi: quando io morirò, che vivo solo e non ho parenti, le ceneri dello zio, dove le metto? Che ne faccio?
Bella questione, al di là della religione...

domenica 13 gennaio 2008

L'inizio della fine #08 - Non vedevamo l'ora

Oggi pomeriggio, "Domenica in" ci delizia con un dibattito sulla riesumazione di padre Pio. Opinionisti d'eccezione: Antonio Socci, Katia Ricciarelli, Lino Banfi, Al Bano.

giovedì 10 gennaio 2008

Propositi per il nuovo anno

Abbandonare lavoro e studio, vendere tutto, vestirsi di cenci e predicare la patata. Dopotutto, l'Onu le dedica l'anno internazionale della Fao.

mercoledì 9 gennaio 2008

Satira "Made in VdA"

Oggi un amico, esponente della sinistra antagonista (o forse della destra neofascista), mi ha scritto: «Mi ha chiesto Caveri se hai spazio in garage che ti deve mettere delle cose...»

Libera Chiesa in libera Chiesa #02

Oggi, sulla sezione regionale della Stampa, c'è una lettera dai toni molto accesi sulla questione funerale mancato. Se ieri il pensiero, come ho detto, correva ai famigliari, oggi mi ronza in testa quest'altra domanda: come si sentirà il prete, che per una disposizione dettata dai suoi superiori, ha preso questa decisione sicuramente sofferta, per poi in poche ore essere scaricato da tutti, deriso, accomunato ai preti pedofili (nella suddetta lettera) e a tutti i mali della Chiesa messi assieme?

martedì 8 gennaio 2008

Trattatello senza pretese sui media moderni

Pierpaolo, un anziano rocker valdostano che si sta finalmente laureando, mi ha chiesto di scrivere qualcosa sul "rapporto tra i media tradizionali, il web e i blog". Ora, lui starà già pensando da giorni «'sto stronzo di manomano parla parla, ma si è dimenticato di quagliare».
E io sto pensando da giorni «non sono assolutamente in grado di scrivere su di un argomento così complesso, data la mia esperienza limitata e piuttosto strana».
Venendo al punto, ciò che avrei scritto, se lo avessi fatto, sarebbe suonato più o meno così:

Il web 2.0 non esiste. Il suo peso è meno di zero: una cosa sconosciuta non esiste, così come l'America prima di Colombo. Al fianco di una fetta di società aperta alla tecnologia e al disordine del web, che ne apprezza l'immediatezza e la pluralità di versioni e vedute, resiste una maggioranza legata alle fonti di informazione tradizionali, alla firma, all'autorevolezza. Spesso, legata semplicemente alla facciata. Forse questa maggioranza sarà costretta, in breve tempo, ad adattarsi o a cedere il passo: la realtà immediata è però differente.
I media tradizionali - tra cui ovviamente: quotidiani e periodici stampati, televisioni e radio - sono soggetti a vincoli fisici asfissianti, che sono però la loro forza. La tv, così come la radio, ha come vincolo il tempo, l'orologio. La limitatezza temporale è però fonte di sintesi, rapidità, immediatezza, semplicità: certo, si porterà dietro refusi e inefficienza, ma la sua efficacia li renderà secondari. Venendo alla stampa: pagine, colonne, righe, battute. Una selva di limitazioni fisiche, che si portano dietro folli corse per riempire i giornali in tempo utile per la chiusura, l'impaginazione, la scelta gerarchica delle notizie, i tagli per accorciare pezzi troppo lunghi o sbrodolati: un processo immutabile, serioso e sinonimo di autorevolezza.
Il web, in questo, riesce ad sommare tutti i vantaggi e allo stesso modo tutti gli svantaggi della carta, della tv e della radio. Non ha limiti di tempo e di spazio, ma deve suscitare interesse perché il prodotto raggiunga il proprio target: ottenere un clic è banale, ma non è facile. Internet non ha limiti di spazio, né in lunghezza né in brevità, e deve per questo fornire i contenuti giusti, senza allungare troppo il brodo, perdendo attenzione nella lettura; senza concentrarlo, perdendo approfondimento.
Il web può permettersi di non spiegare, grazie al link.
Le notizie sono spesso date in ordine cronologico, nei portali tematici o in quelli locali, o presentati in "prime pagine", principalmente dai siti dei quotidiani cartacei stessi. Il web è immediato, ma non ha l'assillo del tempo: il vantaggio di essere in continuo movimento e veloce, non corrisponde però ad altrettanti punti deboli. Una notizia "bucata" può essere inserita successivamente, e magari approfondita: su di un quotidiano, un giorno in più è tardi.
Vengo rapidamente ai blog: strumenti? Fonti? Svago? Approfondimento?
Difficile dirlo, sono tutto questo messo assieme. Il disordine del web li frena, ma è il loro motivo di vita: posso scrivere per anni senza essere conosciuto da nessuno, ma sono libero di farlo; posso raggiungere il "successo" per caso. La democrazia li ispira, tutti possono dire e fare ciò che vogliono (o quasi), ma allo stesso tempo la diffusione li fa diventare un mucchio di informazioni disorganizzate, un complesso assordante di notizie che pochi leggeranno.
E un link non è importante, come nella stampa su web, ma è vitale.
I blog, soprattutto nel già citato "web 2.0", sono l'ennesima fonte di informazione tra cui destreggiarsi, e per di più hobbistica e raramente lavorativa: la leggenda narra di manager intenti a svuotare la casella da email indesiderate per quasi metà del proprio tempo lavorativo; oggi siamo arrivati alla frenetica ricerca di fonti informative valide all'interno dell'enorme numero di siti e situncoli, blog e portali. Sommersi da informazioni.
E quindi il blog non è fonte di informazione, proprio perché non ha autorevolezza immediata: deve conquistarsela, con un link tra i "preferiti" o un posto in un aggregatore di feed. Deve sottostare alle regole non scritte del giornalismo e dei mass media.
C'è da aggiungere soltanto una cosa: spesso i blog non sono informativi, ma momenti di approfondimento. E, anche in questo caso, scimmiottano tv e stampa: fonti di liti tra opposte fazioni (politiche, sportive, religiose), si riducono ad essere luoghi di ritrovo tra "uguali": i lettori che si riconoscono in un tipo di blog, leggono, commentano e linkano solo quel tipo di blog. L'apertura culturale di cui sono portatori è vanificata. E i blog rimangono democrazia, cultura, curiosità, comicità, approfondimento: ma raramente informazione.
Quando ci si accorgerà appieno delle potenzialità del web, e dei blog, magari attraverso la creazione di portali tematici o geografici più efficienti di quelli attuali, sarà come la scoperta dell'America. Arriverà il Colombo di turno e la troverà bella. Nonostante non fosse ciò a cui era abituato, la vecchia Europa della carta e dell'antenna, o quello a cui mirava, l'Oriente esotico e magico.

Libera Chiesa in libera Chiesa #01

Nei giorni scorsi, è finito su tutti i quotidiani il caso del mio parroco che ha rifiutato di celebrare il funerale al padre di un mio conoscente.
Ho pensato durante questi tre giorni se scriverne o no, e adesso lo faccio: non per polemica, non per esprimere sconcerto. Semplicemente, perché mi ronza in testa una domanda: come si sentirà la vedova dopo che è stato rifiutato il funerale a suo marito da un prete, un altro prete lo ha celebrato comunque e poi la curia ha semplicemente comunicato che si stava scherzando, e che è stato tutto semplicemente un'incomprensione?

domenica 6 gennaio 2008

Scenette inspiegabili

Cala la sera, l'Epifania. Due pattuglie della stradale e un'autopompa dei pompieri sono fermi, contromano, sulla strada sotto casa. Un vigile del fuoco sta spruzzando acqua, dal basso, contro un lampione e la sua lampadina. Null'altro.
Fosse un sogno, andrei da un interprete di sogni. Visto che non lo era, sono tuttora in cerca di qualcuno che me la spieghi, questa.

Se le do due fustini normali, lei mi dà il suo Dixan?

Normale sabato sera, al solito pub di Aosta. Una bella ragazza con una grossa borsa e una cartelletta gira tra i tavoli, dentro, fuori, dappertutto. Fuori nevica grosso così.
Si avvicina agli avventori con una domanda: «Ciao, tu fumi?». Non è la classica proposta di un metodo per combattere la nicotina, anche perché attorno alla mezzanotte, in mezzo ai ventenni semisbronzi, il vaffa come risposta sarebbe assicurato. Invece no, la ragazza propone il cambio, che non sentivo dai tempi della pubblicità del Dixan, tra un pacchetto di sigarette iniziato e un intonso pacchetto da 20 Philip Morris.
A metà tra la farsa e l'associazione a delinquere (il mio socio si è chiesto subito, lui che è volpino, se tutto ciò sia lecito), molti fumatori accettano lo scambio. Oltre al pacchetto usato, la ragazza vuole nome e numero di telefono. Che tutti, col sorriso sulle labbra, danno. Anche perché - si è mai visto - è proprio una bella ragazza a chiedere il numero di telefono e non il contrario.
Ovviamente, io ho risposto male alla prima domanda («Ciao, tu fumi?» - «Ummh... No») e il gioco si è interrotto.
Lo struscio della pulzella tra la folla, però, deve aver convinto molte persone ad iniziare a fumare.

sabato 5 gennaio 2008

Domande esistenziali

Uscirà mai un Trivial Pursuit anni '90?
Domanda esistenziale di riserva: esiste già, e me lo sono perso?

mercoledì 2 gennaio 2008

Passatempi

Prodi e Zapatero hanno deciso di iniziare l'anno rimpallandosi dati su chi ce l'ha più lungo, il PIL. Proprio niente di meglio da fare? E voi della stampa, un sonoro chissenefrega benaugurale, non potete proprio indirizzarglielo?