
In precedenza ho finito di leggere le biografie di "Marco Pantani, Un uomo in fuga" della sua (ex) manager Manuela Ronchi e del giornalista Gianfranco Josti, e "Marco Pantani" di Beppe Conti. Il primo, più personale e meno giornalistico, almeno nella seconda parte, svela la verità (o meglio, una delle verità) sugli ultimi anni di vita del Campione, da Campiglio in poi. La carenza descrittiva della prima parte è colmata dalla seconda biografia, maggiormente giornalistica e curata, che però come rovescio della medaglia ha una velata ipocrisia nel racconto dell'ultima parte e non può avere certo la cura del dettaglio della prima.
Infine, ho iniziato la lettura di "Regime" di Marco Travaglio e Peter Gomez. Tutt'altra lettura rispetto agli altri due libri, presenta una concezione che, con il livello dei media di questo periodo, risulta quantomeno strana.
Ah, il regime di cui si parla è quello attuale italiano, causato dalla concentrazione dei 4 poteri in una persona sola, l'Altissimo. E, seppur con una visione che sarebbe stigmatizzata e censurata dal regime se solo non fosse un libro, descrive pennellate di un'agghiacciante realtà dei nostri tempi.
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