In questo periodo di stallo nella politica valdostana (ma prima era tanto diverso?), sono state due le iniziative di rilievo che hanno evidenziato questo immobilismo.
Il primo è "Aosta viva" di Roberto Louvin che, ricevendo il "niet" da Comité Federal dell'Union Valdôtaine per la propria candidatura a Sindaco di Aosta senza un reale dibattito interno al movimento, ha deciso di correre da solo, pur rimanendo fedele al partito.
Il secondo è "18 mai", data della morte di Emilio Chanoux, associazione che si prefigge l'obiettivo dell'approvazione del nuovo Statuto Regionale.
Entrambe le iniziative si pongono al di fuori dell'Union, ma non osano criticare la superpotenza rossonera. Louvin resta nel partito, non si capisce perché e soprattutto non si capisce per quale motivo non abbia forzato la discussione all'interno del movimento, se ne rimane poi all'interno. "18 mai" si pone in contrasto con tutte quelle forze politiche che non fanno nulla per il bene della regione e fa notare che molte Regioni a Statuto ordinario hanno già provveduto all'approvazione di un nuovo
Statuto. La nostra Regione, pur retta da un partito con maggioranza assoluta, nicchia. Ma ovviamente l'Union non la si vuole criticare. Si vogliono criticare i partiti che non fanno nulla. Forse ce l'hanno con la Casa delle Libertà o con l'Arcobaleno (n.d.a. per non-valdostani: forza di minoranza in Consiglio Regionale)...
Quindi la domanda sorge spontanea: questo è solo il primo passo per farsi coraggio e criticare pubblicamente il malgoverno regionale dell'UV oppure è l'ulteriore dimostrazione che l'UV è intoccabile perché i benefici economici che i suoi intrallazzi portano nel breve periodo sono da considerare di più di uno sviluppo concreto e da iniziative lungimiranti?
domenica 6 febbraio 2005
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