Visualizzazione post con etichetta Tristezza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Tristezza. Mostra tutti i post

martedì 30 dicembre 2008

Antropizzatevi!

Gli ambientalisti, e molti altri, sostengono che occorrerebbe portare da mangiare a stambecchi e camosci nel Parco Nazionale del Gran Paradiso dopo le nevicate eccezionali. Insalatina di lattuga all'aceto balsamico e fonduta di Fontina, forse. Magari il tutto innaffiato da abbondante vino rosso locale.

Il prossimo passo sarà quello di salvare le gazzelle dai malefici leoni, difendendole giorno e notte in recinti di protezione e contemporaneamente portando ai felini abbondanti razioni di Simmenthal, per evitare che tirino le cuoia.

Poi ci si accorgerà che la Simmenthal è fatta con carne bovina, e quindi si passerà alle bistecche di soia. Per la gioia di gazzelle e leoni.

Qualcuno sostiene che servirebbe portare qualche balla di fieno in quota perché "gli animali del Parco non riescono più ad adattarsi alle nevicate abbondanti a causa dell'antropizzazione della montagna". Ecco, per una settimana manderei quei simpaticoni che danno aria alla bocca a 2500-2700 metri di quota, in un bosco rado o in un pascolo in quota, lontano da tutto e da tutti, per vivere una vacanza all'insegna dell'antropizzazione e della multiculturalità.

Tutto questo discorso come se negli anni passati non fosse mai nevicato. Meno male che stambecchi e camosci non ci capiscono, altrimenti scenderebbero a valle per imbandire le nostre tavole delle feste con simpatiche petolle antropizzate.

Nell'immagine, corna di stambecco di soia nel Castello Reale di Sarre, Aosta

mercoledì 26 novembre 2008

Dopo Rifondazione...

... è corsa ad accaparrarsi i concorrenti dell'Isola dei famosi.
La Destra di Storace: «Patrizia De Blanck la nostra Obama»
L'Italia dei Valori: «Belen Rodriguez è la nostra Obama»
Sudtiroler Volkspartei: «Ela Weber ist unser Obama»

giovedì 2 ottobre 2008

Nostalgia ciniglia

Stato di abbandono da queste parti, da un paio di mesi. L'abbandono più grave e lungo della quinquennale storia di questo blogghe. Smobilitazione, direi.
Manca la musa ispiratrice che, leggiadra, faccia uscire le parole dalla punta delle mie dita.
In cerca di parole, sono andato a leggere vecchi post, in giro, e la voglia mi è passata ancor più. Anziché alimentare ricordi, ho alimentato tristezza. Questo post è un po' la constatazione della crisi: d'estate era il caldo, oggi è l'estate che se ne è andata. Poco cambia.

mercoledì 17 settembre 2008

Babar compie vent'anni

Ho appena scoperto che Celestopoli, la città di cui Babar è re, è anche la città dei Pokemon. Auguri, re Babar!

giovedì 26 giugno 2008

martedì 24 giugno 2008

Europei

L'altra sera sono andato a vedere la partita Italia-Spagna su un maxischermo, in mezzo ad una piccola folla di tifosi. Probabilmente è il motivo per cui l'Italia le ha prese.

domenica 22 giugno 2008

Un Papa non può dire "chissenefrega"?

Oggi mi ha lasciato senza parole il fatto che il Papa in persona abbia dato retta al religioso Silvio Berlusconi, divorziato che aveva chiesto di ricevere la comunione (e non aveva dato del "sovversivo" a Benedetto XVI soltanto per non scatenare l'ennesima crisi internazionale). Ebbene, il Papa ha risposto dalla sua finestra, durante l'Angelus, come se il problema fosse di primaria importanza, e come se a portare la richiesta non sia un singolo, ma un'intera categoria sociale.
Il Papa avrebbe potuto rispondere "Chissenefrega, signor Berlusconi, se Lei non può fare la Comunione: è un principio generale e Santa Romana Chiesa non fa leggi ad personam". Un Papa non ha mai detto "chissenefrega", ma poteva evitare la risposta in diretta tv.

venerdì 30 maggio 2008

Chanoux si rivolta nella tomba...

Mio cugino è fascista.
Fossi fascista anche io, potrei dire che in ogni famiglia le disgrazie ci sono: uno nasce ghei, uno minorato mentale, uno fassista, uno komunista. E' matematico. Ma non sono fascista, e discorsi così semplicistici li uso soltanto come artificio retorico per farvi sorridere un po'.
Ebbene, il suddetto fascista, militante, è già stato a visitare il glorioso giacilio eterno del Duce, a rendere omaggio ai luoghi storici della vita della guida e luce dell'italico popolo, girando sempre al largo di piazzale Loreto, delle leggi razziali del '38 (ovviamente troppo blande) e sputando persino su Alemanno («quello non è mai stato fascista!»). Sminuisce la Resistenza, dicendo che ha fatto più male che bene, e che se non fosse esistita avremmo oggi la stessa libertà. Odia i komunisti, i democristiani, non vota nulla più a sinistra della Fiamma Tricolore. Colleziona filmati d'epoca, gli manca proprio soltanto il busto di Benito in camera: come avete capito, un vero caso patologico.

Ebbene, mai avrei fatto questa lunga introduzione se non per sfotterlo un po': alle ultime elezioni, cotanto pezzo di italica razza, sì ardito e fiero, sì convinto della luce che ha visto nel fascio littorio e nell'italica patria...
(suspense)...
In fondo il voto è segreto...
No, in fondo me lo ha detto lui... Ridacchiando...
No, non lo dico per privacy.
Sì, lo dico. Sicuramente così facendo lui rifletterà un po', e rifletteranno anche i miei pochi lettori.

... ha votato Union Valdôtaine. Union Valdôtaine. Union Valdôtaine. Union Valdôtaine.

Del voto, è stato facile ottenere risposta. Ma il motivo, gliel'ho estorto, a fatica, l'altra sera. E ci sono rimasto. Cosa c'entrerà l'UV con i fascisti, mi chiedevo? «Tanto è un voto su 30mila», mi ha replicato: bella convinzione da militante politico, penso. «Sì, ma un militante come te, dovrebbe avere delle idee. E votare un partito tipicamente antifascista per un fascista dovrebbe essere impossibile», replico.
Eppure è successo. Insistendo, è uscito che qualcuno gli ha promesso qualcosa. Ahi ahi... Siamo alle solite... Le voci che si rincorrevano, mai confermate nella pratica (almeno al mio orecchio distratto), che l'UV aiutasse la propria campagna con promesse e promessuccole ha conferma. Ma non è questo il punto: se si riescono a convincere anche i militanti (persino gli estremisti) con simili giochetti, siamo proprio alla frutta, come società...
E ci meritiamo quello che è successo, a Roma e ad Aosta.

mercoledì 14 maggio 2008

Travaglio, Di Pietro, ami e abboccamenti

Due parole sulla vicenda Travaglio: perché tutto 'sto casino?
Dire che Schifani era amico di gente che poi si è rivelata mafiosa è la verità. Non è penalmente rilevante, ma è piuttosto infamante: negli Stati esteri, per molto meno si perderebbe la reputazione, altro che seconda carica dello Stato.
Non solo il giornalista a rivelare questi dati diverrebbe famoso, ma avrebbe il doppio degli spazi, per merito. E se solo si rivelassero "voci" e non "verità", quello stesso giornalista finirebbe a scopar le foglie.
Seconda cosa: dire che Travaglio ha troppo spazio in TV è un insulto al buon senso. Proprio in questo periodo in cui si vedono Filippo Facci (bugiardo e piuttosto incapace, ma belloccio e molto telegenico), Paolo Liguori (moderato come un crampo in quel posto), Paolo Del Debbio (opinionista tra la gente, che puntualmente vira a proprio favore) e altri giornalisti prezzolati in tutte le salse, dire che Travaglio ha molto spazio è da idioti: in Mediaset non appare nemmeno da morto, in Rai appare una volta a settimana, e in qualche ospitata. Non la vedo, francamente, questa sovraesposizione.
Dà, come sempre, l'idea del pretesto per ambire ancora una volta a spartirsi la RAI, a cacciare qualche voce fuori dal coro con la scusa patetica della mancanza di rispetto verso le istituzioni e dell'uso criminoso del mezzo pubblico. Tutte cose già sentite, tutte cose cui questa volta nessuno si opporrebbe.

Già, perché Berlusconi è riuscito non soltanto a distruggere la sinistra, con l'aiuto di Veltroni, ma sta riuscendo anche a distruggere il PD (se mai fosse nato, è ancora da chiarire): opposizione costruttiva, fine dell'anti-berlusconismo, applausi ai suoi discorsi, imbavagliamento della stampa bipartisan, non una critica che sia una. Dopo che Silvio è riuscito a far accettare alla Nazione ministri come Calderoli, Bossi, Vito, Alfano e Bondi (alla cultura!) senza che dall'opposizione non si levasse una mosca, un commento perlomeno critico, un fischio, chissà quali porcate riuscirà a propinare a tutti in cinque anni di governo senza una vera opposizione. Come ha già detto qualcuno, la vera opposizione in parlamento è l'UDC!

Il centrodestra ha buttato l'amo delle riforme costituzionali. E tutti hanno abboccato. Sullo snellimento dell'apparato statale, sull'abolizione del bicameralismo perfetto, sulla nuova legge elettorale, sono tutti d'accordo. Sul federalismo fiscale e sulle nuove forme di autonomia finanziaria e amministrativa regionale, assolutamente no. La Lega è un partito di governo, ma assolutamente minoritario: e anche tra i suoi elettori, ben pochi sono quelli che hanno votato il carroccio per questi motivi. L'elettore leghista vuole tornare a respirare nelle periferie intasate di immigrati irregolari, vuole scacciare la terribile paura dell'insicurezza che proprio il centrodestra gli ha inculcato, vuole che il suo posto di lavoro torni sicuro. Vuole qualche rom in meno, vuole che le rapine ci siano come sempre, ma vuole che se ne parli un po' meno perché non c'è più il komunista di turno da incolpare di lassismo e buonismo.
Di come paga le tasse, e se vanno a Roma o a Pontida, gliene frega relativamente: basta pagarne poche, e vedere qualche vigile sotto casa e il marciapiede pulito. La minoranza federalista degli elettori tiene in pugno la maggioranza del partito, del governo, del parlamento e del Paese. Un'escalation eccezionale, con l'otto per cento dei voti.

sabato 3 maggio 2008

Valdostano medio #04 - Ritratto

Oggi, alle 12.45 circa, su Raitre (in Valle d'Aosta), lunga intervista a Mene, AKA Valdomedio, AKA colui che ha conquistato un sacco di spazio mediatico senza aver fatto nulla più di tanti onesti rapper.
A seguire, telecronaca blog.

Ebbene, Mene ha parlato a ruota libera per 4-5 minuti, spaziando sulla sua musica, sui suoi progetti, e soffermandosi a lungo sulle idee: con questa intervista ha tolto la maschera. Mene non è "Valdostano medio". La satira si è fermata lì, la critica è proseguita.
Nonostante ciò che ha dichiarato più volte ("la mia è soltanto satira" e "non faccio politica"), si può dire che il pensiero sia evoluto: la satira di Valdomedio è acqua passata, ora Mene porta avanti convinto la critica sociale che ha messo in atto. Ritratto quindi in parte ciò che avevo pensato su "Valdostano medio": è un'allegoria, una satira a tutti gli effetti, ma il pensiero dell'autore va oltre, ed è un tantino distorto. Di questo è molto convinto, si ritiene appoggiato dai coetanei, e si può credergli facilmente: il disagio per tradizioni non condivise, il fastidio per alcuni aspetti che fanno di una parte della Valle un'entità rimasta ferma ad una cinquantina di anni fa era forte anche quando io stesso avevo quell'età.

Se scrivo "i valdostani sono tutti ubriaconi", so di esagerare volutamente, se invece ritengo sia la verità, allora la mia non è satira. Mene ritiene che lo sport popolare più diffuso sia la sbronza collettiva (oltre che la battaglia delle mucche). Forse questa è la parte più azzeccata di tutta la sua "critica sociale", quella su cui poteva ottenere consenso anche dal "mondo degli adulti" che invece si è dimostrato così chiuso nei suoi confronti. Mene fotografa senza dubbio una parte della società valdostana, facendo satira, sberleffo o sfottò si possono inquadrare bene questi personaggi medi. Cercare invece di dare un quadro generale partendo da questi "casi limite", non è sbagliato, ma è anche dannoso. Sbagliato perché dimostra chiusura mentale da parte di chi raffigura la valdostanità in questo modo: esistono ottimi allevatori, ottimi scultori, ottimi valdostani; esistono valdostani come Mene, esistono valdostani legati soltanto alle mucche e che non sanno accendere un pc, esistono "valdostani del terzo millennio" che convivono in pari grado con il passato e con il futuro. Facendo satira posso dimenticarmene: il burino romano di Sordi rappresenta benissimo una parte di società italiana che mangia spaghetti e rutta fragorosamente, ma l'Albertone non ha mai pensato di descrivere antropologicamente la società italiana.
Dannoso perché ci si espone facilmente a critiche feroci, anche da parte di chi si riempie la bocca di "tradizioni", di "tutela della vita rurale", di "radici autentiche" senza avere nemmeno ben chiaro in testa che cosa siano.
Ecco, ieri Mene ha pisciato un po' fuori dal vasino: se voleva difendersi, non ha adottato in nessun modo la tecnica migliore. Se voleva attaccare, lo ha fatto un po' fuori tempo. Al termine dello spazio video, arriva addirittura ad augurarsi di non diventare mai allevatore o scultore.

Che caratteristiche di chiusura mentale può avere, uno scultore?

venerdì 2 maggio 2008

Neurodeliri

Ho come la sensazione che ci si stia impegnando fortemente per mandar via qualcuno dalla Rai delle Libertà.
Non mi interessa il merito, ma sinceramente un presidente di azienda pubblica dovrebbe intervenire per censurare i comportamenti sgarbiani, non i contenuti...

martedì 29 aprile 2008

Il buongiorno si vede dal mattino...

Carrellata di persone perbene: si è aperta oggi la sedicesima legislatura parlamentare. Il Senato è stato presieduto (provvisoriamente) da Giulio Andreotti. Nell'emiciclo, la scena più elettrizzante è stata quella del bacio tra Marcello Dell'Utri e Salvatore Cuffaro. Nel florilegio di scene agghiaccianti, ha surclassato persino la scollatura della moglie di Fede.
Presidente del Senato è stato eletto Renato "Schifo" Schifani. Altro amichetto di Cuffaro: se non hai un curriculum di un certo livello, non vai da nessuna parte al giorno d'oggi.

martedì 15 aprile 2008

Saltate questo post

E' un meme, una delle cose più odiose della blogospheeare. Lo metto giusto per obbligo di firma, piccolo piccolo...
a. Indicare il blog che vi ha nominato e linkarlo [Jeko detto Pierpy]
b. Inserire le regole di svolgimento [sono questi 5 punti, all'a all'e]
c. Scrivere sei cose che vi piace fare [dire fare baciare lettera testamento bici foto musica libro fagioli]
d. Nominare altre 6 persone affinché proseguano il meme [non le trovo manco a piangere... Zapo Gica]
e. Lasciare un commento sul blog dei 6 prescelti amici memati [quando e se mai rispondereanno...]

lunedì 14 aprile 2008

Valdostano medio #03

Sulla "vicenda Mene Aka" (1 e 2), continuano ad arrivare commenti (pochi, ma più del solito) e addirittura un'email, fatto quasi inedito. Continuo a non capire tutto questo clamore per una canzone non eccezionale (sentita l'altra sera live alle selezioni di Italia Wave, se nessuno l'avesse portata agli onori della cronaca non si sarebbe nemmeno notata), un rappettino semplice e non un'analisi socio-culturale, che caricaturizza una parte di popolazione valdostana. Chi, tra i valdostani si sente offeso, lo merita: l'ottusità non è mai un pregio...

domenica 13 aprile 2008

Potrei averlo scritto io...

«Andare a votare mi è sempre piaciuto, amo la banalità della democrazia, nutro simpatia per i seggi, gli scrutatori, i tabelloni appesi, le guardie che guardano, la matita copiativa. Mi emoziono ogni volta, anche se le volte oramai sono tante. Non ho mai capito l'ignavia dei disinteressati, dei non partecipi per menefreghismo, e fatico a digerire anche la spocchia di quelli che non vanno a votare perché "non si riconoscono" in nessun partito, chissà in che cosa si riconosceranno, nel Re di Atlantide, negli anelli di Saturno, nella barba di Bakunin, nella loro mamma? (...) Ho un paio di amici che rimarranno a casa, a misurare la puzza sotto il naso. Da dopodomani gli vorrò bene lo stesso, oggi no. Oggi li detesto».

Invece l'ha scritto Michele Serra.

venerdì 11 aprile 2008

Scandaloso Tg1

Stasera il Tg1 ci ha deliziato con un lungo collegamento con la schierata Susanna Petruni, attorniata da un gruppo di giovani urlanti e plaudenti, con un'intervista inginocchiata a Berlusconi, nella quale gli stessi ragazzi applaudivano e urlava al sommo. Meno male che siamo in par condicio: disgustorama...

Valdostano medio #02

Alla massa di valdostani caricaturali che gli hanno risposto indignati (di un caso avevo parlato qui), il rapper Mene replica.
Con sin troppa serietà, ragazzo mio...

Aggiornamento: se ne discute qui, con posizioni anche estreme.

martedì 8 aprile 2008

Il popolo della libertà (di dire stronzate)

Meno male che quest'essere parla a nome di quelli che si spacciano per moderati...

lunedì 7 aprile 2008

Valdostana medio-bassa...

La simpatica Adriana Viérin, consigliere regionale UV, risponde al brano "Valdostano medio" con una lettera alla Stampa. Qualche giorno fa, nel leggerla, non mi ero accorto del geniale "Mio caro Mene Aka" con cui apre la reprimenda al povero rapper, reo di aver scritto una canzone che ha come argomento la valdostanità: "Non offendere, se non vuoi offendere te stesso". "Mene Aka" che è la dimostrazione, ancora una volta, dell'orgoglio tutto valdostano di non informarsi, perché tanto il francese e il patois sono più che sufficienti, l'inglese lasciamolo agli altri.

PS: AKA significa Also known as, "conosciuto anche come". Non è un nome d'arte strampalato, ed è un'espressione piuttosto nota.
PPS: ah, e comunque la faccenda ricorda molto Emilio Fede che critica Frankie HI-NRG a Sanremo, perché fa del qualunquismo. E' rap: non è qualunquismo. Provino loro a scrivere una canzone facendo dei distinguo o entrando nel dettaglio: "Fanno tutti i muratori / alcuni gli allevatori / qualcun altro però / anche il broker assicurativo. / Devo dire che mia cognata / ha il naso un filino a patata / qualche valdostano è anche bello / altri ancora hanno un cervello!".
Il buonismo non è hip-hop, e l'hip-hop non è sociologia...
PPPS: Sarebbe un po' come scrivere una lunga replica a Tricarico, che si permette di volere una vita tranquilla: manco un sussulto di orgoglio ogni tanto, un imprevisto? E che vita è!?