Quella del fan è una delle mie grandi incognite. Il fan, consciamente o inconsciamente, sospende il proprio giudizio per sottomettersi a quello di qualcun altro. Definizione che, nella teoria dell'Organizzazione Aziendale corrisponde a quella di autorità. Il fan si sottomette quindi ad un io più forte del suo, sentendosi sicuro e in un qualche modo protetto.
Così come un fumatore testardo non ammetterà mai la propria "dipendenza" dalla sigaretta, il fan non ammette di pendere dalle labbra del suo idolo.
Idiozia mescolata a incoerenza, mancanza di spirito critico frullata con una buona dose di pensieri superficiali rende il fan una delle categorie sociali tra le più spregevoli. Il fan inconscio è quello più patetico tra tutti. Segue il diktat del proprio idolo senza saperne il motivo, spinto da una forza nascosta sulle orme dell'eroe di turno. Si inchina pateticamente ad ogni opinione dell'ideale ispiratore, ogni parola pronunciata e ogni gesto attuato è manna per la fame di popolarità inversa che il sostenitore cova in silenzio.
(continua?)
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