Non esiste essere umano meno nazionalista di me. Non sopporto il tifo calcistico per la nazionale a tutti i costi, non capisco chi si tappa gli occhi e il naso e se vince un italiano alle Olimpiadi, anche rubando, è felice. Stessa cosa a livello locale: Bossi e Maroni e Borghezio e Rollandin sono piccoli uomini, ai miei occhi.
Ma ritengo la Resistenza un valore universale, una pagina storica che ha fatto grande il nostro popolo e ha messo fine, ricordiamolo, ad una dittatura e ad una guerra civile. Al giorno d'oggi sembrano due concetti lontani tanto da non dover essere ricordati.
Poi, quando un ex presidente fa dichiarazioni a favore del ricordo del 25 aprile 1945 e della caduta di "un uomo che era onnipotente" e parti della destra si indignano per l'evidente riferimento all'attualità, non si può che dargli ascolto: hanno ammesso loro stessi di essere comandati da un onnipotente che, con un regime, si badi bene, diverso dal ventennio, tutto dà e tutto toglie.
È la modernità, bellezza!
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