lunedì 18 aprile 2005

Gli esami non finiscono mai

L'obiettivo minimo è portare a casa la pelle. La sfida è ardua. Infilarsi in un percorso senza punti di riferimento, tra ostacoli insormontabili e vuoti incolmabili, psicologicamente smunti dal contorno urlante si deve sopravvivere alla giungla. Da piccoli ci avevano avvertito: segui la tua via e non sgarrare. E soprattutto non scartare di colpo. Lunghi nasi, bugiardi solo a vederli, sostenevano che no, finalmente, si poteva stare tranquilli.
Farsi travolgere è facile, gli imprevisti sono dietro l'angolo, e sono sempre più grandi e più robusti di te. Desistere sarebbe fin troppo facile, l'alone di sfida intriga come un antro buio pieno di sorprese. E poi, diciamocelo, chi ve lo fa fare di stare tranquilli e seduti spianando la strada con un aiuto esterno... Meglio tremare per l'emozione dell'aria fine e frizzante che rinfresca i troppi pensieri, meglio la battaglia per i propri spazi alla dominazione totale e assoluta.
Sui carboni ardenti o nel ghiaccio più freddo. Tra le foglie morte e le lacrime della città. Nell'autunno delle idee che paralizza ogni decisione.
Dura la vita del ciclista in città...

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