
2004: Il Colle delle Finestre ospiterà il Giro d'Italia, gli ambientalisti scendono in campo con il coltello tra i denti, ma il manico ce l'hanno in mano i politici, il ""pedalatore"" (doppie virgolette) Ghigo, Presidente della Giunta piemontese, in testa.
2005: Il Colle delle Finestre ospita la penultima tappa di un magnifico Giro d'Italia, riportando agli antichi fasti le strade bianche e l'avventura dello sterrato. Ma è uno sterrato "drogato" e la discesa è stata asflaltata. Alla fine non è contento nessuno, come in tutte le soluzioni all'italiana.
2005: Il Colle delle Finestre diventa meta di pellegrinaggio mistico di ciclisti, meta di "merenderos" in fuga dalla calda Turìn, meta di motociclisti, furgoni, camion. Un delirio in cui a prenderla in quel posto sono sempre i soliti.
L'informazione giunge a valle offuscata dalla retorica dei giornalisti di bassa lega inviati ad impantanarsi nei 48 tornanti del Colle e abbagliata dal sentito dire. Fino al giorno stesso nemmeno l'organizzazione sa nulla dei lavori, che sono in ritardo e saranno conclusi solo a poche ore dall'appuntamento. Gli appassionati, sale del ciclismo, fino all'ultimo sono invitati a non salire al forte delle Finestre, nessuno deve rovinare l'opera megagalattica attuata fino a poco prima da squadre di operai sgobbanti notte e giorno. Ma si è alla farsa, nessuno immagina a ragione una gara senza pubblico...
I lavori sono realmente degni delle migliori cattedrali del deserto nel Sud Italia. Dello sterrato originario non esiste più nulla, sommerso da un telo di tessuto-non-tessuto e da una ventina di centimetri di materiale recuperato in zona. Zona, tra l'altra, Parco naturale Regionale. La discesa dal Colle verso la Val Chisone è completamente asfaltata, ancora alla faccia degli ambientalisti.
La tappa è spettacolare, la salita si fa sentire e mette a rischio la Maglia Rosa di Savoldelli. Di Luca sale come una moto i 18 chilometri del Colle in meno di un'ora. Dopo Simoni, Rujano, tutto il gruppo alla spicciolata, le ammiraglie e le auto al seguito, i soldi spesi per rifare lo sterrato sono volati via. Lo sterrato è già in pessime condizioni, del materiale portato sono rimaste solo le pietre, la polvere è stata mangiata dagli atleti e dal pubblico.
Una settimana dopo resta:
- sterrato impraticabile
- migliaia di ciclisti attirati dai fasti del Giro
- migliaia di automobilisti che non possono salire, ma nessuno dice loro niente
- migliaia di Euro volati via
- biker e ambientalisti delusi per il paradiso perduto
Una sbarra a inizio salita e meno gigantismo nelle opere pre-Giro avrebbero risolto molti problemi. Lo Stelvio, fino all'asfaltatura, era uno sterrato non perfetto ma valido per anni, non per un giorno. Poi l'asfalto se lo è inghiottito. Il Finestre attende il suo destino
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