sabato 5 marzo 2005

Ascoltiamo i "vecchi"

Mario Luzi ci ha lasciati lunedì scorso. L'on. S.B. non ha mostrato segni di tristezza, nel suo comunicato ufficiale. Il Signor Ciampi (uso Signore non a caso) invece ha partecipato con dolore alla perdita del poeta e con rammarico alla perdita del Senatore a vita. Rammarico perché, in questi tempi di maggioranza con la emme minuscola e di colpi di maggioranza con la emme minuscola, una voce libera e saggia come quella di Luzi stonava nei programmi governativi di riforma della Costituzione da carta fondamentale e carta fondamentale per pulirsi il didietro. Luzi non aveva scelto di fare politica, e infatti ne faceva il meno possibile. Ma non poteva soffrire che si sminuisse la Costituzione al punto da fargli mettere mano a Calderoli. Non capiva come fosse possibile che i nostri padri costituzionali, la resistenza e la condivisione di valori fosse distrutta da una parte politica sotto l'impulso di rozzi nordisti celoduristi. Non poteva nemmeno immaginare che i valori di Montesquieu si trasformassero nelle più fosche teorie di Hobbes.
"E adesso chi glielo dice al Signor B. che quel comunista di Luzi è andato in paradiso" (testo di una vignetta di Giuseppe Culicchia)

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