Il bilancio sociale è un documento di nuova concezione. Si differenzia dal normale bilancio contabile o di gestione perché non presenta soltanto i risultati in forma di numeri e non presenta soltanto i numeri "interni", ma i risultati ambientali e sociali. Nasce in effetti come bilancio ambientale di aziende private, che in esso evidenziavano contabilmente i risultati in termini di abbattimento delle emissioni inquinanti, di formazione professionale interna all'impresa, di risultati a livello sociale nel marketing.
Da qui la saggia idea delle amministrazioni pubbliche di seguire la logica privatistica della gestione, pubblicando il proprio bilancio sociale alla scadenza del mandato politico. Lo ha fatto Parma e ha innescato un susseguirsi di Comuni e Province che hanno dato alle stampe il proprio bilancio. Fino a che è arrivata Aosta...
"Il Bilancio Sociale è uno strumento straordinario, rappresenta infatti la certificazione di un profilo etico, l'elemento che legittima il ruolo di un soggetto, non solo in termini strutturali ma soprattutto morali, agli occhi della comunità di riferimento, un momento per enfatizzare il proprio legame con il territorio, un'occasione per affermare il concetto di impresa come buon cittadino, cioè un soggetto economico che perseguendo il proprio interesse prevalente contribuisce a migliorare la qualità della vita dei membri della società in cui è inserito. La missione aziendale e la sua condivisione sono elementi importanti per ottenere il consenso della clientela, del proprio personale, dell'opinione pubblica".
Sembra che il Comune valdostano abbia letto soltanto le ultime righe di questa valida definizione.
In vista delle elezioni comunali, il Sindaco e la Giunta hanno presentato al pubblico e poi inviato a tutti i capi famiglia tale documento. Un'impresa colossale di campagna elettorale a spese dei cittadini.
Di numeri se ne vedono ben pochi, e bastava prendere il bilancio e le sue poste attive e passive e si aveva un quadro molto simile. La misurazione della "customer satisfaction" (la soddisfazione del cliente-utente-cittadino) è inesistente: probabilmente sarà lo scopo delle prossime elezioni.
Manca in assoluto la misurazione degli "outcome" (i risultati concreti di soddisfazione, crescita culturale, qualità della vita dei cittadini) da contrapporre agli "output", quantificazioni numeriche che traspaiono anche da un normale bilancio.
Per il resto è un ottimo bilancio sociale: tocca tutte le aree classiche della gestione politica e della gestione economica, con prospetti chiari e poco tecnici utili a farsi capire anche ai meno esperti, con immagini, progetti, disegni.
Insomma, un bilancio sociale non canonico (come la maggior parte di quelli pre-elettorali, in qualsiasi parte del globo ci si trovi), con molto futuro e pochissimo presente, ma ben fatto e utilissimo allo scopo elettorale.
Come se non bastasse, i successivi cartelloni pubblicitari della lista del sindaco uscente si rifanno, nei punti toccati, agli stessi del "Bilancio sociale di mandato", che millantano parcheggi ancora da realizzare, traffico in diminuzione, verde pubblico che cresce quasi fosse un fungo, chilometri di piste ciclabili per fare il giro del globo, cultura e spettacoli in tutti i pori degli aostani, giovani divertiti e che non sanno cosa non fare.
Un'Aosta inesistente, un'Aosta ideale, un'Aosta demagogicamente elettorale. Un'Aosta che ancora una volta è uguale a mille altre città italiane ed europee, nella quale il famoso particolarismo valdostano esiste solo quando fa comodo.
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