
Da una parte, lo sdoganamento di fascisti ed ex fascisti ha portato imbarazzo in quella frangia che si ritiene "moderata" e che invece è più spesso succube di questi rigurgiti nazionalisti.
Dall'altra parte, l'abbandono della destra liberale, dei socialisti e delle altre componenti "non comuniste" dell'Italia post-bellica è vista come una facile appropriazione di una festa che, nascendo dalla resistenza partigiana, è naturalmente vicina a certi ambienti operai e contadini.
Nemmeno Ciampi, in questi anni di "pontificato" il cui fine unico è stata la concordia istituzionale tra tutte le componenti della nostra disastrata società, è riuscito nell'impresa di scippare alla sinistra l'uso esclusivo dell'Antifascismo come bandiera, della libertà ritrovata, della celebrazione della nuova vita repubblicana e democratica del Belpaese.
È un giorno di pioggia, cupo e umidiccio. Non so nemmeno dove lo celebrino, dalle mie parti, questa giorno così importante. Ma sono idealmente là, con loro. Con chi ci ha ridato dignità e libertà, contro chi dimentica e distorce la realtà della guerra e del regime e li vede come momenti di vera unità nazionale. Non sarei di certo un partigiano, se per la pioggia di oggi non esco nemmeno di casa. Per questo ammiro il loro coraggio e auspicherei un passo indietro di tanti perché il 25 aprile possa tornare una festa di tutti.
Nessun commento:
Posta un commento