
sabato 30 dicembre 2006
venerdì 29 dicembre 2006
Libri da non leggere #01 - Enciclopedia della Valle d'Aosta

Per apparire infatti nell'elenco alfabetico, seconda parte del volume, occorre essere titolari di un'ascesa mitica, di un'impresa titanica in montagna... della scalata dell'albero di Natale di piazza Chanoux ad Aosta.
La parola "alpinista" appare nella descrizione didascalica di gran parte delle persone inserite, nella maggior parte dei casi fuori luogo, togliendo spazio a chi ha fatto davvero la storia della Regione, storicamente e politicamente. Figure importanti della lotta partigiana, dell'amministrazione pubblica, della cultura, dello sport sono completamente assenti, per altre testimonia la loro esistenza soltanto un trafiletto. Chi ha contribuito alla nascita della Regione, alla sua autonomia, ha meno spazio di un qualche alpinista ottocentesco che ha aperto una via sul Mont Chétif o sulla cima Longhede. Per non parlare poi della marea di imprecisioni geografiche, che da amanti e conoscitori della regione non ci si aspetterebbe.
Insomma, tenetevi in tasca una trentina di euro e andate a farvi una passeggiata in montagna: se aprirete una nuova via alpinistica avrete sicuramente spazio nella nuova edizione del libro. Altro che fare la muffa in qualche ufficio del potere o acculturarsi, leggendo e scrivendo testi attendibili...
Pietro Giglio, Oriana Pecchio
Enciclopedia della Valle d'Aosta
Zanichelli, Bologna, 2006
Euro 34,00
giovedì 28 dicembre 2006
Conferenza stampa di fine anno "à la mode de chez nous"...

martedì 26 dicembre 2006
Che tristezza #03
Auguri a tutti!
venerdì 22 dicembre 2006
giovedì 21 dicembre 2006
La cortina di ferro nel 2007
Intanto, nella triste Valle d'Aosta, ci si lagna perché l'Unione Europea intende riportare nella normalità l'aberrazione dei buoni carburante per gli automobilisti valdostani.
Due modi di vedere l'Europa, la prima convinta come traguardo di libertà, la seconda come appiglio quando fa comodo e ostacolo quando dà fastidio, riporteranno ad un'Europa a due velocità. Ma questa volta a correre saranno gli europeisti convinti, non quelli di facciata...
mercoledì 20 dicembre 2006
martedì 19 dicembre 2006
Show pero
Editori, giornalisti, la smettete di fare i bambini? Noi italiani vogliamo sapere tutto, ma proprio tutto, sulla salute del nostro Silvio preferito
giovedì 14 dicembre 2006
Art Spiegelman - Maus - È solo un fumetto

Non avevo mai letto un "fumettone". Leggo pochi fumetti in genere, un romanzo fumettato e pensato apposta per le strisce non lo avevo mai letto. C'è poco da dire, un capolavoro. La Shoah descritta come si deve descrivere, senza mezza parole. La vita che cambia, la difficoltà nel racconto, la piccolezza dell'autore di fronte al dramma del protagonista. L'olocausto, insomma. Alla faccia di chi lo nega.
Art Spiegelman
Maus [edizione integrale]
Repubblica - L'Espresso
Graphic Novel, 2006
Euro 9,90
lunedì 11 dicembre 2006
Promozione turistica invernale: concorrenza spietata

Le grandi mete classiche per i turisti del nord Italia si danno battaglia su più fronti. Quello degli spazi pubblicitari nelle grandi città è particolarmente significativo, principalmente per due motivi: al contrario delle campagne stampa e televisive, la cartellonistica ha un costo risibile rispetto a tv e quotidiani; secondariamente, ma questo dipende dalla bravura degli "advertiser", una campagna stradale o sui mezzi pubblici salta all'occhio maggiormente e rimane impressa più a lungo di un veloce spot tv o di una pagina di un quotidiano vista di sfuggita. Occorrono ore di spot ripetuti o paginoni ripetuti per giorni per entrare nella testa del consumatore.
Andiamo con ordine.
Le Alpi francesi rimangono al palo, nonostante la crescita del turismo italiano in Francia negli ultimi anni.
Comportamento opposto da parte dei cugini elvetici, che continuano a spingere il nuovo marchio ombrello "Svizzera" e la grafica standard adottata da tutte le aree della Federazione, dall'Oberland ai Grigioni, dall'Engadina al Vallese. E in particolare è il Vallese a farla da padrone in questa fase introduttiva della stagione, con cartellonistica accattivante e immagini calde e coinvolgenti, che sottolineano il prodotto, la qualità dell'accoglienza e l'unicità del paesaggio.
In questo senso, il Trentino va controcorrente. Massiccia campagna stampa generalista e letteralmente "agghiacciante", con immagini fredde di paesaggi sconfinati e innevati, con toni di azzurro e bianco che lasciano di stucco e grafica curata, ma squadrata ed "escludente", molto netta e con il distacco che trasmette il tutto. Sono anni che la Provincia autonoma di Trento ci propina questi spazi pubblicitari: evidentemente il marchio e la destinazione "Trentino" sono più forti e affermati di un messaggio per baccalà, orsi polari e Inuit...
Per quanto riguarda settori specifici di clientela, il Trentino si riscatta appieno, con campagne ficcanti e ad effetto. Esempio calzante è quello dell'acquisto pubblicitario di intere stazioni di metropolitana (chiamato tecnicamente "station domination") per lanciare il messaggio «caro snowboarder, guarda quant'è bello il Trentino: per il tuo sport, poi, è un paradiso». Uscendo dai tunnel della metro, appare appeso al soffitto un manichino a grandezza naturale, agghindato di tutto punto con tuta, maschera, occhiali e il fedele snow, marchiatro Trentino e con uno slogan ("Trentino terra di snowboarder") ripreso dai tabelloni 5x3 in tutta la stazione. La campagna è ripresa anche sulla stampa specializzata e sulla free press, nuovo e potenzialmente devastante mercato.
Le terre olimpiche delle valli torinesi cavalcano l'onda dell'evento dello scorso inverno per proporsi massicciamente alla clientela con migliaia di metri quadrati all'esterno della stazione Centrale di Milano, e un messaggio assolutistico, "quest'anno si scia da noi". Per ora da loro non si scia, per assoluta mancanza di neve, nonostante attualmente la "Via lattea" possegga i migliori impianti di tutto l'arco alpino. Il sasso nell'acqua è stato buttato, ora occorrerà vedere che cerchi farà: quelli olimpici hanno portato soddisfazione, ma non unanime. Solo il tempo potrà verificare se l'evento olimpico porterà soltanto danni ambientali o gli sperati ritorni turistici e di immagine.
Chi aveva rifiutato l'evento olimpico nettamente, la Valle d'Aosta, resta al palo. La dimensione limitata non consente, se non in rare occasioni, la promozione diretta televisiva o giornalistica. Per la verità, la promozione diretta in tv la Vallée l'ha fatta in estate, per suscitare in un periodo di "ricordo" la voglia di pensare ad una nuova vacanza in regione. E la campagna stampa, non sempre azzeccata (vedi spazi del Consiglio regionale per promuovere eventi locali - nello specifico Portes ouvertes - sulla stampa nazionale e specializzata), è limitata per evidenti motivi finanziari. Allora perché non si punta sulla promozione diretta tramite cartellonistica nelle grandi città? Chi può saperlo... forse per l'assenza di idee brillanti che non vanifichino gli sforzi economici: le campagne stradali sono le più incisive a patto di far alzare la testa al potenziale cliente "pecorone" che corre dall'ufficio alla palestra e dal centro commerciale a casa.
Ultima considerazione: i "marchi ombrello" territoriali compaiono in tutti gli advertising, in tutto il materiale informativo di tutte le località (da "Trentino" a "Svizzera" a "Via lattea" a "Sudtirol", qui da me non citato) tranne quello "Valle d'Aosta". Poca convinzione o legislazione in materia carente?
Che tristezza #02
Quando qualcuno ti aiuta politicamente e ti regala anche le fette di salame da mettere sugli occhi...
domenica 10 dicembre 2006
Che tristezza #01
venerdì 8 dicembre 2006
Per gli USA sono tutti terroristi
Come mai tutti questi popoli diventino in blocco terroristi non se lo è mai chiesto nessuno...
domenica 3 dicembre 2006
Scaramella non sta molto bene...
Momento storico
venerdì 1 dicembre 2006
Quiz - Parallelismi
Lo ha detto:
A. Totò Cuffaro di Bernardo Provenzano
B. Silvio di Vladimir Putin
C. Massimino D'Alema di Stalin
D. Vladimir Luxuria di Elisabetta Gardini
domenica 26 novembre 2006
Apparizioni
Berlusconi sta proprio perdendo colpi...

giovedì 23 novembre 2006
Schegge sparse da Saint-Vincent - Telegrolle - 17/19 novembre 2006
1) L'ufficietto rotondo e tranquillo: il segreto del successo della "redazione mobile" di 12VdA è forse questo? Credo di no, ma attorno ad un tavolo rotondo si lavora bene, in modo tranquillo e veloce per praticità e "simpatia" reciproca. Un bell'ambiente.
2) La "cartella stampa": sin dal primo giorno, l'accoglienza di TV Sorrisi e Canzoni è stata perfetta. Cartella stampa con l'intera prima stagione del mio mito Dr. House in DVD. Culattoni raccomandati...
3) La classe di Brindani:
Umberto Brindani è direttore di TV Sorrisi e Canzoni da un mese. «Scuola di giornalismo, giornali economici, direttore di "Chi"», il didascalico curriculum dalla sua viva voce. Intervistato nello studiolo, sottolinea il successo di "Chi" sotto la sua direzione. «Devo tutto a Signorini. Io non mi occupo di gossip, ho una formazione economica e giornalistica. Il giornale si rivolge per l'80% ad un pubblico di donne. E Signorini ha una particolare sensibilità femminile». Che classe, che stile. È surreale che, oggi, sensibilità simili colpiscano per i toni pacati.
4) I buffet e i dolci del Billia: Il Grand Hotel Billia è una formidabile macchina di sprechi. Produce più costi che ricavi da anni, non avrebbe senso di esistere se non fosse sostenuto economicamente dal settore pubblico. Ma fa dei dolci spettacolari...
Ahhhh!
5) Il Pirata - Marco Pantani: ne ho scritto diffusamente qui su Ultimokilometro.com. Aggiungo solo la "caduta di stile" di Bonivento: «Pantani non era dopato. Aveva assunto una sostanza che era consentita dal regolamento soltanto fino ad un certo limite». Non ho voluto spiegargli che le cose non stavano proprio così, ma che stava correndo troppo su un ragionamento leggerissimamente diverso...
6) Alessandra Mastronardi: «Ma chi è quella bella ragazza?!?».
«Pare anche a me di averla già vista... Ma non ricordo dove».
«È proprio carina, un bijou...».
E io che credevo che non ci fosse un solo buon motivo per guardare "I Cesaroni"...
7) Il pianista dalla pappagorgia prominente: Il Billia ha anche un pianista molto gradevole. Da "Senza fine" a "Cheak to cheak", l'accompagnamento ideale di una "cena di gala delle soap"... Che eventoni, a cui partecipa il sottoscritto... Uauauau...
8) Sansone e Dalila: seduti al tavolo, sempre il venerdì sera e sempre al galà delle soap operas, conosciamo una simpatica famigliola. Mamma, papà e figlia. Lei è un piccolo talento. «Ma te l'avevo detto che mi sembrava di conoscerla!». Era la mitica protagonista del "pollo senza pomodori della crescita" di Amadori, dello spot per la carne Montana e di una puntata dell'Ispettore Coliandro, che tra l'altro avevo visto. Un'intervista in studio, e grandi sorrisi per tutto il week end...
9) Ricky Paull Goldin, star di "Sentieri":
primo giorno: nascosto sotto il suo cappellino, stravolto e stordito.
secondo giorno: infiocchettato e pettinato, guardingo e intimidito dalla lingua.
terzo giorno: saluta tutti, baci e abbracci, fotografa tutti (ma proprio tutti, manco un giapponese in vacanza). La sera visibilmente ubriaco, stravolto e stordito ma senza cappellino...
10) Antonella e Luca: lei partecipa ad "Affari tuoi" e vince, lui se la vuole sposare "già da mo". Flavio Insinna li ha invitati alla manifestazione. E chi li ammazza!
11) Un malatissimo Insinna: la redasciùn manda me allo sbaraglio ad intervistarlo. Un pazzo scatenato! Parla di chioschi ai caraibi, di divertimento, di elicotteri e di ricattabilità. Dice di essere un cretino e di amare farlo. Un folle!
12) Eleonorina: anche qui la redasciùn manda me, perché sono l'unico a sapere qualcosa di lei. O forse per farmi morire. Sarebbe uno scoop coi fiocchi "Giovane cronista muore di infarto mentre intervista bella figliola"... Eleonora si agita. Sa di essere bella. Sa di essere unica. Si muove, gioisce. Non vorrei copiare Benigni nel descrivere una donna... ma è così.
«Scusa, ti puoi mettere da quella parte per intervistarmi?». Neanche il tempo di dirle "va bene"... «Sai, anche quando bacio mi metto da quella parte.....». Non immagino quanti toni di rosso e violetto la mia faccia abbia assunto contemporaneamente. Le mani, come testimoniato dal mio fotografo, "Jack Daniel's", tremavano come due foglie... E poi le tette... Non gli stavano da nessuna parte, in un corpetto striminzito... Non vorrei essere volgare, e anzi descrivo solo quello che ho visto... e aggiungo: meno male che c'era il microfono...
Un'esperienza bellissima e traumatica. Quando si replica?
13) Arriva la Stefanenko: Natasha condurrà il galà delle premiazioni. Veramente bionda. Veramente alta. Veramente brava e spigliata.
14) Mengacci: cosa ci facesse lì lo sapeva solo lui. Però è un personaggio mitico! Mancava solo Cesare Cadeo e mi sarei messo a piangere...
15) L'aperitivo in piazza: sotto il sole in mezzo alle starlette di "Vivere", "Centovetrine", "Un posto al sole" c'era anche un barbone, accampato alla bell'e meglio, che mangiava le sue poche cose in un angolino. Stridente contraddizione che nessuno ha notato, preso com'era dall'autografo di personalità quali Brando Giorgi o Francesca Rettondini...
16) Sfilata dei VIPS: prima di entrare nel "Salone Monte Bianco" del Centro Congressi del Billia, stars e starlettes passavano e sostavano davanti al mega-pannello pubblicitario per la foto di rito. "In alto!" "In basso!" "Facce vedè la schiena!" "Sorridi" "Al centro" "Ancora una!". Le stars sono contente e i fotografi pure.
17) Anna Safroncik: in rosso Valentino, la star delle serata
18) Geppi Cucciari: «Di chi è il vestito?» chiedevano i fotografi gossippari. Gucci, Max Mara, Roberto Cavalli. Geppi Cucciari, ovviamente risponde «È mio, l'ho pagato con i miei soldi!»
19) Le grolle: vincono Insinna e la Puccini, Chianese e la Cucciari, Mario e la Giordano, Marcoré e Virna Lisi. Per tutti la foto di rito con bacio alla grolla e urla dei fotografi "a destra, a sinistra" per la seconda volta.
Vittoria Puccini se la tira in un modo infernale. Sarah Maestri invece è l'esatto contrario, veramente simpatica e alla mano. Questione di stile...
20) La domenica del lavoratore: Brunch per tutti e anteprime delle fiction per i bimbi. Passano in studio per le ultime interviste:
21) Leo Ortolani, il creatore di Rat-man: Idolatrato, ci disegna un paio di vignette satiriche sulle grolle e sul balcone di Serena Bonanno.
22) Mimmo Chianese: Un signor attore, semplice e professionale. Ci ringrazia per la cordialità e l'accoglienza, siamo "diversi" da un "normale" "ufficio stampa". Mi sono dimenticato di chiedergli a chi fosse venuto in mente di chiamare il suo personaggio nel "Supermercato" zio Fausto.....
Ma che bella che è la nuova Stampa
Iraq
giovedì 16 novembre 2006
Biagi autocelebrativo - Quello che avrei detto se solo...

Forse è vero. Forse non ha senso scrivere e pubblicare un libro che condensi almeno una trentina di fatti epocali in poco più di duecento pagine. Forse non ha senso dissertare della propria vita, della vita della Nazione, dell'esistenza del mondo come se tutto ruotasse intorno al proprio smisurato ego. Biagi lo fa, e sembra che se ne diverta. «Alla mia età, leggere diventa sempre più difficoltoso»: non gli resta che scrivere.
Ma quando Biagi parla di cent'anni di follia umana, di un secolo di delitti, dalla Grande Guerra a Berlusconi, passando per il terrorismo e le tante battaglie silenziose del nostro tempo, con uno stile unico... beh, non si può certo restare indifferenti e rimanere ancorati ad un giudizio superficiale e personalistico.
Biagi evidentemente si può permettere di vagare nei propri ricordi a mano libera, senza uno schema, lamentandosi del silenzio impostogli in tv e ammettendo, solo a malincuore, che dopo tanto rumore anche starsene in panchina non è poi così male, alla sua età.
L'unico pensiero che rimane in testa, è quello di un'occasione sprecata: se Biagi avesse avuto il suo spazio su Raiuno con "Il Fatto" che tanto amava avremmo assistito a perle assolute di giornalismo "in diretta", invece di doverle leggere ad alcuni mesi di distanza su un lavoro pieno di lamentazioni, con uno schema logico che si perde pagina dopo pagina.
Un vero grande peccato
Enzo Biagi e Loris Mazzetti
Quello che non si doveva dire
Rizzoli, Milano, 2006
Euro 18,00
venerdì 10 novembre 2006
Prodi - Milani

Sarà voluto? Capiremo l'occhio lungo di Giannelli solo quando Prodi si metterà a parlare di uomini-cisterna e badili...
sabato 4 novembre 2006
Anna Maria Franzoni
Dove sta la "notizia"?
domenica 29 ottobre 2006
Marco Cuaz - La funzione simbolica dell'Alpe

Luogo ostile all'uomo, le Alpi negli ultimi anni del XVIII secolo si trasformano in un ideale parco giochi per facoltosi inglesi, che iniziano a conoscerle e a farle conoscere al mondo tramite ascese, ricerche, morti.
Con la prima guerra mondiale, le Alpi tornano ad essere bastioni poderosi di divisione tra popoli in lotta, e la figura dell'alpino, e non più dell'alpinista, ha la meglio. Conoscitore profondo della montagna, martire della guerra, spedito nelle steppe del Don a morire per quella patria che non riconoscerà più, la figura eroica dell'alpino muta da eroe vincitore nel 1915, a vittima sacrificale di regimi deliranti nel 1944. Storie di alpini, forse troppe e lontane dal presente, che sfilacciano il fluire della lettura e la rendono a tratti pesante.
Passata la furia della guerra, le Alpi italiane divengono laboratorio per la tutela delle autonomie: questione spinosa e tuttora irrisolta, con clamorose ingiustizie, lotte ideologiche disattese, privilegi a macchia di leopardo e profondamente ingiusti, in nome di quei "popoli di montagna" che però risulteranno profondamente divisi. In questo libro, anche se trattato sbrigativamente, l'argomento è affrontato con il taglio giusto, accantonando la politica (come dovrebbe fare ogni studioso) e analizzando un processo unico, ma abortito, con lucidità.
L'unità (presunta) verrà trovata soltanto anni dopo, con il processo di integrazione europea e i tentativi di fare di questa catena montuosa al centro dell'Europa una cerniera tra i popoli.
Un libro da leggere tutto d'un fiato per comprendere come le Alpi, apparentemente immutabili, si sono evolute nel tempo nella percezione dei loro abitanti. Solo la parte centrale risulta pesante e dispersiva, ma è il ricordo di persone che hanno permesso di essere ancora qui, a vivere le Alpi.
Marco Cuaz
Le Alpi
Il Mulino, Bologna, 2005
Euro 12,50
sabato 28 ottobre 2006
Coerenza giornalistica
"La Gardini insulta Luxuria nel bagno delle donne in Parlamento". Piena pagina e titolone, in "Società".
lunedì 23 ottobre 2006

Ebbene, ad un anno di distanza dall'approvazione dell'abbinamento, ieri si è svolta la finale regionale che ha incoronato Venise regina delle regine. Della lotteria abbinata, nessuna notizia. Nessuna notizia durante la cronaca (in diretta regionale su Raitre, per la gioia dei molti politici presenzialisti), nessuna notizia sui giornali.
Ebbene, l'estrazione, secondo il sito delle lotterie nazionali (lotteriaitalia.net, è avvenuta il 6 settembre scorso. A vincere il secondo premio della lotteria "Lotteria per la Pace e della Buona Azione - Bataille des Reines di Aosta - Palio di Sant'Anna di Ischia", abbinato all'evento aostano è stato il possessore di un biglietto acquistato a Palermo, che si è portato a casa 100.000 euro.
Ora, data la mancanza di informazione assoluta a livello locale, bisogna dedurre che l'abbinamento è fittizio, o perlomeno non è un "abbinamento tradizionale", con un abbinamento preventivo tra un determinato biglietto e un determinato corridore: quando Cipollini taglia il traguardo, il biglietto a lui abbinato vince.
La lotteria per la pace e della buona azione è un'iniziativa dell'API, Associazione Poliziotti Italiani, ed è consistita in un tour iniziato il 6 gennaio da Milano e chiusosi a Roma 8 mesi dopo, ad agosto, consistente in serate organizzate per riconoscere l'attività e le "buone azioni" di organizzazioni no-profit.
Il palio di Sant'Anna di Ischia, una gara tra barche adobbate a festa nel mare ischitano, si è svolto come ogni anno il 26 luglio.
La Bataille des reines si svolge a metà ottobre, con prologo in notturna ad Aosta a ferragosto: viene da pensare che l'abbinamento fosse con questo evento, se non altro per questione di date: come posso abbinare un'estrazione ad un evento non ancora accaduto?
Orbene, a cosa è servito tale abbinamento? Quale è stato l'evento abbinato, quello di agosto o la finale di settembre? Non lo si riesce a comprendere in Valle d'Aosta, dove conosciamo la lotteria e la bataille, come può capirlo chi compra un biglietto? Quale è stato il "riconoscimento importante" per la "storia e la tradizione" valdostane (cito Rollandin) se nessuno ne ha parlato, né a livello locale, né tra i maniaci della dea bendata?
venerdì 20 ottobre 2006
Michele Serra - Pennellate di quotidianità

Serra spazia da tette e culi, gatti e cani, politici e persone serie che hanno costellato la vita prima di tutto dell'autore, e poi dei lettori, che si sentono coinvolti, possono immedesimarsi nei pensieri del giornalista. È il successo dell'amaca di Repubblica, spesso la prima pagina che ogni lettore cerca dopo aver sbrigato l'acquisto del giornale con i canonici 90 centesini all'edicolante. Purtroppo, però, molte delle amache passate risentono dell'età. Il coinvolgimento del lettore, cercato e trovato con successo, si perde nel tempo dietro al cambio del politico di turno (fa ridere leggere adesso che persino Calderoli è stato Ministro!), al ritorno alla normalità dopo la follia di mucche pazze e polli influenzati, a sensazioni ormai dimenticate della minaccia terroristica, all'indignazione perduta per le tante guerre che ormai abbiamo metabolizzato.
Quando questo libro ci tornerà in mano, tra una quindicina d'anni, cosa ricorderemo di questo tempo passato, fatto di dettagli folli e personaggi facilmente caricaturabili?
Michele Serra
Tutti i santi giorni
Feltrinelli, Milano, 2006
Euro 12,00
giovedì 19 ottobre 2006
Gabella comunale
Che schifo...
mercoledì 18 ottobre 2006
Come sempre vogliono pisciare più lungo...

venerdì 13 ottobre 2006
Le Alpi: un'avanguardia in Europa

Bätzing spiega tante cose, traccia quadri sconfortanti e disarmanti per puntualità e completezza. Non c'è ambito scientifico che gli sia resistito, la sua curiosità e la sua ricerca si sono inserito in ogni anfratto dello scibile alpino.
Ma "Le Alpi", e nel mio piccolo lo dico da economista, è un libro di economia. Uno dei migliori libri di economia applicata ed empirica che mi sia mai capitato tra le mani. Tracciato il quadro generale nei primi tre blocchi di lettura, con una lucida analisi storica, economica, sociologica e sociale, antropologica, geologica e naturale, l'autore si permette di pennellare le conclusioni, dando il meglio di sé nella quarta parte, pregna di ricette, di soluzioni politico-amministrative e di conclusioni scientifiche che mai nessun politico attuale adotterebbe, vista la loro apparente semplicità. "Per chi ci ha preso, Bätzing, lo sappiamo noi quali sono i nostri problemi, e sono particolari e solo nostri, non può venire da fuori e capirli"
E invece il ricercatore, pur non negando le differenze territoriali e storiche marcate all'interno dell'arco alpino, traccia un quadro generale completamente diverso dal "sentito dire" politico e dall'allarmismo autonomistico. Le Alpi non sono una zona svantaggiata, le Alpi non sono nemmeno un'area diversa dalle altre. Le Alpi sono semplicemente inerti. L'inerzia le fa reagire lentamente agli impulsi positivi che vengono dall'esterno. E l'inerzia stessa le rende le prime protagoniste dei problemi a cui tutte le zone rurali del mondo andranno incontro nel medio termine. Le Alpi sono quindi un ideale laboratorio, un'avanguardia sociale economica e ambientale in cui si potrà vedere, in un futuro per niente remoto, se la nostra vecchia Europa riuscirà a centrare l'obiettivo dello sviluppo sostenibile o se continuerà a correre, correre, correre. Per poi deragliare bruscamente e inesorabilmente.
Werner Bätzing
Le Alpi - Una regione unica al centro dell'Europa
Bollati Boringhieri, Torino, 2006
Euro 50,00
mercoledì 11 ottobre 2006
Milano
(Michele)
mercoledì 4 ottobre 2006
Compio gli anni e faccio regali a tutti

martedì 26 settembre 2006
Non era il "figlio di Abele"
Un pensiero
martedì 19 settembre 2006
I Media - Che sta succedendo?
. Libano. I nostri militari sono là, ma cosa stanno facendo? Battaglia navale?
. Telecom. Tronchetti e Rossi annaspano nella merda, nessuno ci spiega e ci informa. Rula e Boeri e C., tra gli altri, ci avevano avvertito...
. Iran. Ahmadinejad ogni giorno ne tira fuori una. Chi sa realmente chi sia? Da dove viene? Perché si comporta così?
. Ungheria. Budapest è in fiamme, il premier ha mentito. Ma de che? Ma 'ndo? Quanno? Aho!!
. Papa. I giornali titolano ciò che non ha detto. I giornali arabi riprendono le agenzie occidentali. E il patatrac è fatto. Di colpo per la stampa tutti gli arabi sono fondamentalisti.
Possibile che non esista nessuno che sappia fare informazione nel duemmmila???
lunedì 18 settembre 2006
Miscellanea musicale

Ho ripreso in mano una sfilza di quelli che considero i miei dischi preferiti. Non c'è mp3 che tenga, i CD e le loro copertine e il loro libretto e lo stereo e le cuffie nere enormi sono gesti di ascolto che il digitale non fornisce. E non deve fornire.
Di questi tempi, come gusti sono molto inglese e molto tradizionale.
Anni '60, Beatles, Abbey Road.
Anni '70, Jam, All mod cons.
Anni '80, Stone Roses, Stone Roses.
Anni '90, Oasis, (What's the story) Morning glory.
Anni '00, Libertines, Up the brackets.
Album molto diversi, con un filo conduttore comune inevitabile. Tutti freschi allo stesso modo, a testimoniare la grandezza dei dischi più vecchi della lista, che resistono alla grande alle novità di 40 anni di musica pop-rock.
Mi sono rilassato, mi sono entusiasmato. Potere della musica, mi sento rigenerato. Prima affrontavo spaesato la pagina bianca dell'articolo che devo scrivere. Ora mi sembra una bazzeccola.
Sono di buon umore...
venerdì 15 settembre 2006
giovedì 14 settembre 2006
Il ritorno di Santoro - Anno Zero

lunedì 11 settembre 2006
Turismo - Il flop della Festa della Valle d'Aosta

Per i media locali, un successo. Ma loro non fanno testo, da anni devono dire ciò che le Istituzioni vogliono. Non possono dire che metà platea era vuota e buona parte della popolazione non sapeva nemmeno che la festa esistesse...
La gente, appunto: il popolo, la Nazione valdostana, tanto invocata dal Presidente Caveri, non ha sentito la festa. Certo si potrà sostenere che un'iniziativa alla prima edizione patisce sempre problemi di carburazione. Purtroppo però il problema di fondo è un altro. Una festa è per definizione un giorno diverso, un giorno speciale. E dopo un'estate di bagordi, sagre culinarie e feste di paese sparse su tutto il territorio e con un copione sempre uguale, nessuno ha avuto voglia di andare a vedere per l'ennesima volta il gruppo folkloristico locale, non ha sentito la necessità di mangiare e bere le specialità locali, non ha voluto festeggiare una volta ancora, perdipiù qualcosa che non sente proprio.
Se la festa era necessaria (e qui avrei serissimi dubbi...), la si poteva e la si doveva pensare in modo diverso. È inutile riempirsi la bocca con la parola "turismo" se poi ai turisti, che nessuno ha visto, si offrono sempre le medesime attrattive. È deleterio pensare che i valdostani vogliano sempre "riempirsi il muso" e che un ennesimo "palchetto" con annesso raduno di coscritti sia un'attrattiva di cui andare fieri. È ipocrita lamentarsi un giorno della mancanza di fondi e poi sperperarli in iniziative anacronistiche.
Sembrerò intransigente, vecchio e pure un po' democristiano. Ma in questi casi un po' di sobrietà in più non guasterebbe.
Sembrerò un ottuso oppositore, ripetendo ciò che i politici ostili a Caveri sostengono da tempo: smettiamo di festeggiare e diamoci da fare. Les valdôtains sont là!
giovedì 7 settembre 2006
Turismo - L'oste fa i conti senza i clienti...

Niente di più sbagliato. La clientela moderna è, più o meno facilmente, catalogabile, sondabile, rilevabile, conoscibile. Il punto è che nessuna delle piccole o medie imprese lo sa fare o lo fa. Tanto meno in campo turistico.
Propongo ai miei rari lettori una serie di sconsoltanti esempi estivi. Si riferiscono tutti a casi valdostani, non tanto perché il problema sia solo locale, quanto perché le mie conoscenze più profonde non si spingono altrove. Potrei parlare di iniziative riuscite o malriuscite delle Alpi lombarde o delle Dolomiti, o dei successi o dei flop del Jura o dell'Alta Savoia. Ma non ho dati alla mano e conoscenze dirette, quindi avrebbe poco senso farlo. Credo invece, in modo magari presuntuoso, di conoscere la Valle d'Aosta in molti dei suoi aspetti più caratteristici e in gran parte delle sue storture, tipiche soltanto di questa "regione alpina unica al centro delle Alpi". Inizio l'analisi con casi a me vicini, lavorando poi per induzione.
1. Ad Aosta gli integerrimi vigili della Polizia Locale, hanno avuto la brillantissima idea di eseguire un blitz (notturno) nei locali (notturni) della cittadina (rari e piuttosto in crisi già senza "aiuti" e "intrattenimenti" esterni). Normale amministrazione, non fosse per il periodo: pieno agosto.
A scatenare le loro ire, il semplice "vociare" dei clienti e non particolari comportamenti scorretti o schiamazzi dei giovani avventori. Un sommesso chiacchierare che nessuna autorità pubblica perseguirebbe. Non sforando i limiti di decibel di legge, non si capisce dove sia il problema. E invece le multe sono arrivate lo stesso.
Paradossalmente, la "mazzata pe il turismo" invocata nei giorni successivi dagli organi di informazione è tanto impalpabile quanto la motivazione delle multe. Chi ha mai visto un turista in un locale di Aosta? I locali più carini sono frequentati in larga parte da valdostani. I bar del centro chiudono molto presto la sera. Turisti? Magari! Aosta è così poco attrattiva per una clientela giovane, a causa anche di questi interventi delle autorità estremamente inopportuni, che farebbe persino piacere se qualche turista fosse scappato dalla città perché disturbato da vigili poco furbi. In questo caso il target c'è, ma l'opinione pubblica e gli amministratori locali non lo conoscono.
2. In tutta la Valle d'Aosta, le fiere dell'artigianato imperversano. Nati sulla scia del successo della Fiera di Sant'Orso invernale, vittima negli ultimi anni del suo stesso gigantismo, una marea di appuntamenti sparsi a macchia di leopardo su tutto il territorio della Vallée tenta di diffondere la conoscenza dell'artigianato tra i visitatori della nostra Regione. Tenta di mantenere vive le tradizioni (che tradizioni non sono...). Tenta di portare benefici del turismo anche alle fasce sociali che ne sarebbero soltanto danneggiate: gli agricoltori e gli artigiani locali. Turisti? Chi li ha visti? In gran parte delle fiere locali, una maggioranza schiacciante dei visitatori è locale, non è turista. Chi acquista, è valdostano. Chi partecipa alle libagioni luculliane connesse alla fiera, è valdostano o visitatore non occasionale. Il turista o il viaggiatore di passaggio, non conoscono queste iniziative perché la loro comunicazione è nulla. Anche in questo caso, il target della clientela non corrisponde alla clientela effettiva, e gli effetti benefici sull'economia locale sono marginali. Il target c'è, ma non è conosciuto, è poco redditizio e soprattutto non è quello a cui gli organizzatori vorrebbero rivolgersi.
3. Sulla stessa lunghezza d'onda, forse persino con una fenomeno ancora più marcato, sono le sagre locali. Non tutte, per carità: un buon numero di queste ha ormai una eco tale da attirare visitatori da fuori Valle. Ma sono una piccola parte del tutto. Le altre, quelle di minori dimensioni, si rivolgono ad un pubblico esclusivamente locale e i turisti rappresentano una minima parte delle presenze totali. In questo senso, la recente "Festa della Valle d'Aosta", istituita quest'anno per volontà del presidente-protagonista Caveri, è un'eccezione: rivolgendosi infatti quasi esclusivamente al pubblico valdostano, come grande sagra di paese cammuffata da appuntamento istituzionale, è riuscita a fissare un target e a rivolgersi in modo azzeccato ad esso. Nessuno ne sentiva la necessità, ma perlomeno la "Fête" non ha la presunzione di soddisfare le esigenze dei turisti o addirittura di motivarne il soggiorno...
4. Il Giro della Valle d'Aosta si è concluso nei giorni scorsi. Il suo impatto a livello nazionale e internazionale è stato estremamente basso, ma le sue quattro righe quotidiane sulla "Gazzetta dello Sport" le ha ottenute. I valdostani sulle strade non se lo sono quasi filato. Tantomento gli svizzeri e i francesi, sulle cui strade si svolgevano ben 4 delle 6 tappe.
Il suo costo organizzativo si aggira sui 250.000 euro, finanziati da enti pubblici e daprivati valdostani, che evidentemente hanno fatto esclusivamente un calcolo di convenienza "politica" e non "economica" delle ricadute della loro sponsorizzazione. Perché economicamente il loro esborso non avrebbe senso: a chi si rivolgerebbe la Fontina sponsorizzante la maglia gialla? Ai valdostani? Sarebbe come darsi la zappa sui piedi. Anche in questo caso manca la targettizzazione, ma la sua è un'"assenza giustificata", da ragioni politiche nemmeno troppo latenti.
Quest'ultimo esempio forse è la chiave di volta di tutta questa assenza di pianificazione. Segmentare la propria clientela è fondamentale ed è fattibile in qualunque caso: attraverso costosi studi di marketing, o banalmente tramite l'"osservazione". Se però manca la volontà di farlo, perché un sistema economico e politico distorto giustifica spese non sensate e mancati guadagni a triplo zero, ecco che un malcostume del passato, da estirpare grazie a conoscenze nuove, diviene "normale". Se il sistema abitua a sperperare e a mancare di attenzione al dettaglio, ecco che tutto esce dai normali schemi ed equilibri.
mercoledì 6 settembre 2006
Burqa incompatibile
Lasceremo morire queste povere donne a causa dell'integralismo religioso dei loro avi?
lunedì 4 settembre 2006
Il mostro è tornato - Maxiavalanche Breuil Cervinia - 03/09/2006

Nell'immagine ©manomano, Anne-Caroline Chausson, ambasciatrice del freeride nel mondo
domenica 27 agosto 2006
Com'è dura essere cattolico al giorno d'oggi...
Ma tanto se avesse ruttato, avrebbero applaudito lo stesso...
mercoledì 23 agosto 2006
Tutto si riduce allo scontro personale

Sono soltanto tre delle persone che negli ultimi tempi stanno confondendo il "buon senso" con l'"attacco personale", il "parere personale" con l'"opposizione politica". Finiti i tempi in cui l'opinione di un partito "nazionale", fosse la DC, il PCI o i liberali, veniva tacciata come "anti-valdostana" ancora prima di essere sentita, oggi il nuovo spettro è il complotto.
1. Primo caso, in ordine di tempo, quello del Palais Aosta (nella foto in alto). La costruzione di un palazzetto dello sport in Comune di Aosta, deciso dalla Regione piuttosto repentinamente, ha fatto sobbalzare il capogruppo DS in consiglio comunale, Alder Tonino, che finalmente si è accorto che per le opere in Comune di Aosta dovrebbe decidere, concertando gli interventi con altri soggetti, il Comune stesso, e non la Regione. Cerise subito l'ha buttata sullo scontro personale e politico, mentre quella di Tonino era un'opinione piuttosto condivisa, supportata anche dalla stampa locale e dall'intervento di Vittorio Sgarbi.
Come stanno le cose: Aosta ha bisogno di un palazzetto dello sport. Ad Aosta esiste un'enorme area industriale dismessa, da riqualificare e da ri-accordare con il centro della cittadina, perché oggi isolato per lo scarso interesse e per la presenza fisica della ferrovia che lo separa dal centro. In quest'area sono stati costruiti in fretta e furia dei capannoni industriali, ora vuoti, soltanto per sfruttare il treno di un contributo europeo che sarebbe sfumato in breve tempo. È quindi più che logico localizzare un "palazzetto dello sport/auditorium/spazio polivalente" in questa zona. Meno logico è che la decisione sia presa dalla Regione e che, ancora una volta, i piani regolatori locali, già disattesi migliaia di volte, debbano essere modificati "d'imperio" da un intervento non concertato. Ancora meno logico è che, dopo aver atteso per almeno 30 anni la costruzione del suddetto palazzetto, oggi si abbia una fretta clamorosa nel dovrerlo costruire, creando una tensostruttura leggera, poco impattante, ma arcitettonicamente poco interessante e piuttosto scialba.
Quello che dovrebbe essere un importante scontro dialettico per il futuro della città, è ridotto ad uno scontro politico per equilibri interni a maggioranza regionali e comunali sempre più deboli.
2. Secondo in ordine di tempo, lo scontro tra un anonimo autore di una "lettera firmata" sulla sezione locale del quotidiano La Stampa e il sindaco del capoluogo, Guido Grimod. L'anonimo tracciava un quadro piuttosto tragico e pessimistico della città, ma centrava alcuni dei problemi più grossi che la città attraversa e alcuni limiti che l'amministrazione attuale ha. In un'invettiva del sindaco, qualche giorno dopo, in risposta all'anonimo, ha trovato applicazione il principio "Se non puoi convincere, confondi". Grimod si è prima scagliato veentemente contro gli autori di lettere anonime. Poi si è scagliato contro l'opinione del libero cittadino, "degne dell'opposizione in consiglio comunale". Ormai l'opinione personale non conta più, è possibile svicolarne accusando l'interlocutore di essere in malafede. Poi, il primo cittadino ha magnificato in 15 righe l'operato dell'amministrazione, snocciolando i traguardi raggiunti, invece di confrontarsi sui "nei" evidenziati dall'anonimo mittente. Proprio un bel modo di fare...
3. Terza in ordine di tempo, la polemica Subet-"spettro dell'opposizione dilagante". Il Comune di Charvensod riceve la "bandiera nera di Legambiente" a causa del protrarsi di una delibera aberrante riguardante la costruzione di una strada "trattorabile" nel vallone di Comboé, finora non raggiunto da strade. L'opposizione consigliare, le associazioni ambientaliste, gli abitanti stessi della zona e i villeggianti richiedono da tempo la costruzione alternativa di una monorotaia, come già avvenuto in altri valloni vergini valdostani. La bandiera nera di Legambiente viene liquidata non come la giusta presa di posizione di un'associazione che persegue l'interesse di difendere la natura e chi la abita, in questo caso attraverso uno strumento democratico e non attraverso altre patetiche forme di lotta, ma come la presa di posizione politica dell'opposizione consigliare in Comune, formata da partiti vicini a Legambiente. E vicini, tra l'altro, al sindaco di Etroubles, paese valdostano unico titolare quest'anno della "bandiera verde di Legambiente".
Insomma, all'asilo una buona maestra liquiderebbe la questione come invidia giovanile per il vicino di banco.
Tutto, però, in Valle d'Aosta si riduce a scontro politico. La mia opinione personale è che negli ultimi anni gli amministratori locali si siano disabituati a ricevere critiche. La creazione, più o meno indolore, di partiti all'opposizione del blocco dell'Union Valdôtaine, sta sparigliando le carte, e le reazioni degli amministratori sono ovviamente scomposte e poco eleganti.
domenica 20 agosto 2006
venerdì 11 agosto 2006
I nuovi ricchi - Adesso si protesta festeggiando
Mi chiedo però: come avranno protestato? Avranno buttato per terra il Dom Pérignon offertogli dal padrone di casa? Avranno sacrificato un'aragosta al dio dei vips? Si saranno sottoposti alle terribili domande del Signorini di turno? O semplicemente avranno continuato imperterriti nel loro festeggiare, solo un po' più imbronciati?
Lo proporrò ad un mio amico sindacalista, la prossima volta che lo incontrerò: invece di uno sciopero generale, una bella festa in piazza!
mercoledì 9 agosto 2006
-10 giorni ai Mondiali MTB in Nuova Zelanda
martedì 8 agosto 2006
L'arte della cover - Menabrea Jammin' Festival - La Salle - 07/08/2006
Piccola guida alla cover
Per fare una cover di un pezzo famoso, le alternative sono tre:
Caso 1) fare lo stesso pezzo, ma in maniera completamente diversa;
Caso 2) fare lo stesso pezzo alla stessa maniera, ma meglio;
Caso 3) fare lo stesso pezzo in maniera oscena.
Il maggiore livello di difficoltà se lo spartiscono "caso 1" e caso 2".
Nel primo caso, non sempre è facile accontentare il pubblico. Occorre avere esperienza e una buona fama alle spalle, ma non serve avvicinarsi alla bravura dell'originale. Anche le TATU possono rifare gli Smiths (How soon is now)... Nel secondo, occorre essere dei musicisti con i cosiddetti "controcoglioni". Conoscere bene non la sola canzone, ma l'intero repertorio del gruppo in questione. Essere dei "guru", in materia, saper suonare i proprio strumenti, rendere live quasi come rende in studio il pezzo originale. L'esempio che mi viene in mente, sempre per rimanere in tema "Smiths", sono i Muse che rifanno "Please, please, please, let me get what I want".
Ieri sera, al "Menabrea Jammin' Festival" di La Salle ho, per mia fortuna, potuto assistere ad un "caso 2". E, per tradizione, ad una marea di "casi 3".
"Berlino Est", Jesus of suburbia dei Green Day. Rifatta alla perfezione. I tre Green Day non sono dei grandi musicisti, ma live rendono da dio. I cinque berlinesi non sono dei grandi musicisti, tranne un paio di casi, ma live rendono da dio. Uccidendo due componenti berlinesi, sarebbero sembrati anche numericamente i veri Green Day. Nove minuti di cover in cui non si è sentita la noia... Alla prima uscita pubblica in assoluto, i berlinesi sono sembrati di gran lunga il gruppo più coinvolgente e più scafato, alla faccia dei "soliti" Re di Maggio, dal repertorio stiloso ma fermo da almeno due anni, dei padroni di casa Heavy Bags, che hanno suonato a tarda ora fuori concorso mentre il pubblico scemava, esclusivamente cover del "caso 3", dei Conati di vomito, dai quali mi astengo da ogni giudizio per averli ascoltati distrattamente (per quello che ho sentito, possono ritenersi fortunati dall'assenza di un mio giudizio...).
Una nota sull'organizzazione, impeccabile e splendidamente riuscita, ha portato un centinaio di persone nella storica Maison Gerbollier: un ottimo modo di avvicinare giovani e tradizione, rock e montagna.
Un'altra sulla giuria, che dava voti piuttosto distrattamente, e soprattutto sul momento. Una votazione che si rispetti, avviene al termine dell'esibizione con tutti i giurati che si annotano, in "segreto", il proprio voto, senza farsi influenzare dal giudizio altrui, soprattutto se la "giuria" è formata da un gruppo di amici e non da persone provenienti da realtà differenti, come sarebbe auspicabile.
Altra nota negativa, la collocazione nel calendario: una serata di rock il lunedì sera, poco spinta dai giornali e con un battage pubblicitario degno di una cena tra amici.
Una manifestazione simile, in un contesto simile, meriterebbe un venerdì o sabato sera e un maggiore contatto con la stampa per diffondere il verbo.
Ma le stelle cadenti tagliavano il cielo anche ieri sera, numerose...
domenica 6 agosto 2006
Benedetto l'aveva detto
«Grandi cani, belli cani, buoni cani».
Beh, ci aveva visto lungo.
martedì 1 agosto 2006
Buon cristiano o buon cattolico?

giovedì 27 luglio 2006
No, non è un foruncolo
Questo mio intervento per smentire, dunque, le voci che sostenevano un'abbuffata di Nutella da parte dei tre: non era un foruncolo, era una nobile causa.

mercoledì 19 luglio 2006
Spiegate all'onorevole Fini...
Spiegategli, però, che il principio da lui citato è quello della legittima difesa. Va bene che lui ha cambiato la legge e adesso posso sparare liberamente a chi mi invade la proprietà (sottolineo che così non è, sto volutamente esagerando), ma il principio è applicabile anche al diritto internazionale.
Oppure, oggi, se qualcuno mi dà una testata posso dichiarare guerra al suo Paese?
giovedì 13 luglio 2006
Er Papa
Lui ha parlato di calcio con il più pazzo di noi. Se parlava der Pupone, chiedevo la residenza a Roma perché mi sarei sentito fuori dal mondo...
sabato 8 luglio 2006
Com'è piccolo il mondo, nel dolore...

Giovedì, di ritorno in Valle da Milano, sento sul pullman il vocio triste di due persone, poco dietro di me. Hanno appena saputo di un grave incidente sul lavoro, non si sa niente di più, in cui è rimasto coinvolto il giovane figlio di un amico di famiglia.
Pochi minuti dopo, e si inizia a parlare di camera mortuaria. Si scopre che esiste una camera mortuaria anche ad Antey-Saint-André, paesino sperduto della Valtournenche meta di numerosi turisti e tristemente famoso per alcune tragedie negli ultimi anni.
Ormai le speranze sono poche, quello che tra qualche ora diventerà per me "Giovanni" è morto.
Giunto a casa, mi informo sull'ANSA per saperne di più. Giovanni Falbo di Aosta ci ha lasciati, folgorato da un cavo dell'alta tensione mentre lavorava.
Il pullman, l'addio...
Pochi giorni dopo, chiacchierando con amici, vengo a scoprire che Giovanni, pochi anni fa, aveva subito un grave incidente in motorino, che lo aveva costretto ad una lunga degenza in ospedale e gli aveva fatto rischiare di perdere una gamba. Durante le lunghe sedute di riabilitazione, era cambiato. Prima, ragazzo immaturo che saltava le sedute e brontolava per ogni difficoltà. Poi, giovane maturo che, al momento di togliere i ferri, pochi giorni fa, ultimo ricordo di quel brutto incidente, rimproverava un altro ragazzo nella medesima situazione di difficoltà e con le stesse pigrizie nella rieducazione.
I ferri, la speranza...
Oggi il TG annuncia il funerale, nel pomeriggio nella Parrocchia dove abitava il giovane. Giornata normale, di gioia per i più fortunati e di dolore per tutti gli altri. Passeggio in città, per dare un'occhiata alle auto storiche che rievocheranno nel pomeriggio la mitica "Aosta-Pila". In piazza Narbonne, accanto all'orrenda fontana che porta un po' di refrigerio in una giornata torrida, una scritta fresca fresca, con una bomboletta azzurra, sul marmo della lunga seduta che contorna la piazza. "Giò per sempre nei nostri cuori!!!". Un ricordo abusivo, rubato.
Un ricordo che verrà cancellato...
La notizia su 12vda.it, con la mia foto.
Ciao Giovanni
mercoledì 5 luglio 2006
giovedì 29 giugno 2006
Paura
La paura di essere schiavi dell'inconscio, senza più raziocinio che tenga...
lunedì 26 giugno 2006
Gli italiani fanno schifo!
giovedì 22 giugno 2006
Cosa mi piace degli italiani #03
sabato 17 giugno 2006
Vittorio Emanuele di Savoia, il bandito
Due considerazioni:
1) Il figlio, Emanuele Filiberto, dichiara: «Lo hanno trattato come un bandito». Se le accuse che i Magistrati gli portano sono vere, è il minimo che meritasse e non ci si può proprio vedere niente di strano.
2) Ma che bella gente che facciamo rientrare in Italia! Per i Savoia, una legge speciale all'unanimità. Per gli immigrati extra-comunitari, un bel calcio in culo di Stato...
martedì 13 giugno 2006
Cosa mi piace degli italiani #02
Cosa mi piace degli italiani #01
lunedì 12 giugno 2006
Cogne
Taormina replica: sarà colpa di questo maledetto decoder del digitale terrestre, il segnale non arriva nitido.
martedì 6 giugno 2006
lunedì 5 giugno 2006
La tristezza del "figlio di ..."

Un "violento" botta e risposta sulle colonne della "Stampa" sezione valdostana tra un giornalista RAI autore di un saggio sul federalismo in Valle d'Aosta e un esponente di un partito di estrema destra assurge agli onori della cronaca su 12vda. Non entrando nel merito della vicenda per correttezza (non avrebbe nemmeno dovuto farlo Borluzzi, l'esponente del partito di destra succitato), perché non sono a conoscenza del libro , né nel suo complesso, né nei temi generali trattati. L'unica riflessione che mi viene alla mente, è l'estrema tristezza del solito discorso "tal dei tali è figlio del boss" (del partito, in questo caso) e "non sono pensieri suoi, ma diktat dall'alto".
Fosse anche vero (e nella fattispecie, potrebbe esserlo), a che pro sottolinearlo nella discussione? I "figli di..." sono o non sono essere senzienti? Se esprimono un parere, ne sono responsabili, non ne è responsabile il padre famoso o la madre starlette.
Sarebbe come dare la colpa ad Alain Ellkan delle vaccate fatte da Lapo.
venerdì 2 giugno 2006
2 giugno. Auguri a tutti e tutte
Buon due giugno, festa dei 60 anni di voto alle donne. Alla faccia di chi le vorrebbe ancora in cucina a fare il bucato.
venerdì 19 maggio 2006
Astensione e quote rosa
Il vero peso che ha fatto pendere l'ago della bilancia a sinistra è stato un sentore di cambiamento, seppur minimo: appena i 7 hanno intuito la possibilità di passare da Tremonti (finanziere creativo dalla dentiera bloccata chiusa) a Padoa-Schioppa (banchiere europeo e tecnico) all'Economia, il voto è stato certo.
Fischi e polemiche del centro-sinistra a tutti, tranne a Rita Levi Montalcini. Anche in questo caso, le quote rosa non sono state rispettate...
lunedì 15 maggio 2006
Juventus e Moggi: Silvio non poteva tacere
Nella vicenda è sintomatico notare come nessuno (giornalista, politico, appassionato o barofilo) si sia posto la seguente questione: è possibile che la Juventus, che si professa "Signora" e con una storia di pulizia e onestà alle spalle, non sapesse proprio nulla sugli intrallazzi di Moggi, Giraudo e C.?
domenica 30 aprile 2006
Squallore da (s)ballo
sabato 29 aprile 2006
Retata notturna

Chissà cosa stessero cercando. Chissà perché proprio in una sera che chiamare tranquilla è dire poco la Polizia non aveva di meglio da fare che venire ad animarci e rianimarci.
Nessuno ha spiegato niente. Non un organo di informazione si è accorto del fatto. Io un evento così lo avrei segnato sul calendario: sarebbe stato capace di attirare turisti da tutto il mondo, sarebbe stato un avvenimento di cui i nostri nipoti avrebbero parlato con orgoglio.
E invece, lo potremo fare soltanto noi 30-35 clienti dell'Old Distillery.
Tiè!
martedì 25 aprile 2006
La deriva del 25 aprile

Da una parte, lo sdoganamento di fascisti ed ex fascisti ha portato imbarazzo in quella frangia che si ritiene "moderata" e che invece è più spesso succube di questi rigurgiti nazionalisti.
Dall'altra parte, l'abbandono della destra liberale, dei socialisti e delle altre componenti "non comuniste" dell'Italia post-bellica è vista come una facile appropriazione di una festa che, nascendo dalla resistenza partigiana, è naturalmente vicina a certi ambienti operai e contadini.
Nemmeno Ciampi, in questi anni di "pontificato" il cui fine unico è stata la concordia istituzionale tra tutte le componenti della nostra disastrata società, è riuscito nell'impresa di scippare alla sinistra l'uso esclusivo dell'Antifascismo come bandiera, della libertà ritrovata, della celebrazione della nuova vita repubblicana e democratica del Belpaese.
È un giorno di pioggia, cupo e umidiccio. Non so nemmeno dove lo celebrino, dalle mie parti, questa giorno così importante. Ma sono idealmente là, con loro. Con chi ci ha ridato dignità e libertà, contro chi dimentica e distorce la realtà della guerra e del regime e li vede come momenti di vera unità nazionale. Non sarei di certo un partigiano, se per la pioggia di oggi non esco nemmeno di casa. Per questo ammiro il loro coraggio e auspicherei un passo indietro di tanti perché il 25 aprile possa tornare una festa di tutti.